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di Andrea Pagliantini
CASTELNUOVO BERARDENGA. La sera del 13 luglio San Gusmè era deserto e i tedeschi avevano minato il paese che alla loro ritirata sarebbe stato fatto saltare. La pioggia aveva gonfiato l’Ombrone e i motociclisti tedeschi faticavano a guadarlo.
Intanto gli inglesi erano entrati nel paese, e poco dopo arrivarono i tedeschi, ci fu uno scontro, due militari tedeschi vennero feriti e catturati, rinchiusi nel garage dei fratelli Mugnaini che gestivano l’autolinea con Castelnuovo e Siena.
Dal podere Il Palazzaccio (luogo di una strage nazista avvenuta solo qualche giorno prima) tre carri trainati da buoi portavano i corpi degli uccisi. Testimoni oculari affermarono che c’erano dei bambini finiti a pugnalate.
Di fronte a quello strazio, l’orrore della gente si tramutò in furia: gli uomini si avventarono sui due prigionieri e sarebbero stati linciati se le donne del paese non si fossero messe in mezzo per impedirlo. Fra loro anche una madre che aveva avuto il figlio ucciso solo qualche giorno prima. “Se li uccidete, sarete come loro” dissero le donne agli uomini di San Gusmè.
E il 5 luglio, quindi pochi giorni fa se ne è andato a 89 anni Remo Resti, unico superstite di quel maledetto eccidio nazista di 72 anni fa.