Il 6 ottobre alle ore 16 presso Teatrino Gori Martini a Serre di Rapolano è in programma una tavola rotonda dal titolo “L’arte pubblica in Toscana: Una Boccata d’Arte
RAPOLANO TERME. In occasione del finissage dell’intervento Rock Hard Milk dell’artista Villiam Miklos Andersen – realizzato nell’ambito della quinta edizione di Una Boccata d’Arte – domenica 6 ottobre 2024 alle ore 16.00 presso Teatrino Gori Martini, Via del Teatrino, Serre di Rapolano (SI) è in programma una tavola rotonda dal titolo “L’arte pubblica in Toscana: Una Boccata d’Arte. L’incontro, aperto a tutti, sarà occasione per riflettere sulle circostanze e sulle modalità del rapporto tra arte contemporanea e spazio pubblico, concentrandosi in particolare sulle esperienze di Una Boccata d’Arte a Serre di Rapolano e nel territorio toscano.
L’iniziativa fa parte del programma “Vis à Vis. Incontri” di Fondazione Musei Senesi e si svolge nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2024.
Intervengono: il Sindaco di Rapolano Terme, Fondazione Elpis (Milano), Fondazione Musei Senesi, Stefano Pezzato, responsabile collezione e archivi del Centro Pecci di Prato, l’artista Villiam Miklos Andersen e il curatore Gabriele Tosi.
Segue l’incontro una visita guidata dell’intervento artistico di Villiam Miklos Andersen.
Coordinato da Gabriele Tosi, l’intervento Rock Hard Milk realizzato dall’artista Villiam Miklos Andersen (Kalundborg, Danimarca, 1995) riapre la piccola latteria del borgo, chiusa da tempo, dando al luogo una nuova funzione. Lo spazio è rimasto aperto al pubblico per tutta l’estate, a ogni ora del giorno e della notte. Dall’interno, una nuova insegna al neon diffonde in strada una luce al contempo estranea e familiare, che colora di ciclamino le notti del paese. La scritta Rock Hard Milk (Latte duro come la roccia) evoca l’attaccamento quasi materno che intercorre fra la comunità di Serre di Rapolano e il travertino, formato da calcio compresso.
L’intervento di Villiam Miklos Andersen fa parte del progetto Una Boccata d’Arte 2024, l’iniziativa diffusa d’arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis in collaborazione con Maurizio Rigillo, Cofondatore di Galleria Continua, e con Threes. Attraverso 20 interventi site specific che includono mostre diffuse, installazioni, performance, laboratori e libri d’artista, Una Boccata d’Arte attiva per tutta l’estate uno speciale itinerario culturale che si snoda lungo la penisola: un invito al viaggio e alla scoperta di luoghi inaspettati, lontani dai circuiti tradizionali dell’arte contemporanea.
Il 2024 segna il raggiungimento di un importante traguardo: 100 progetti realizzati, 100 artisti e 100 borghi coinvolti nel corso di cinque edizioni insieme a partner tecnici, associazioni locali e persone che a vario titolo hanno reso possibile la realizzazione degli interventi. In questo modo, Una Boccata d’Arte alimenta una rete diffusa di relazioni e partecipazioni che diventa ogni anno sempre più ampia.
Grazie alle acquisizioni delle amministrazioni e alle donazioni degli artisti, ad oggi oltre un terzo dei borghi coinvolti hanno scelto di accogliere in modo permanente le opere realizzate nell’ambito delle quattro edizioni trascorse.
In Toscana, Una Boccata d’Arte ha coinvolto, con interventi site specific, mostre e installazioni, i borghi di Volterra (2020), Radicondoli (2021), Sorano (2022) e Fosdinovo (2023).
Tutte le opere permanenti di Una Boccata d’Arte sono raccolte nella nuova sezione dedicata del sito www.unaboccatadarte.it, una mappa interattiva completa di approfondimenti.
Una Boccata d’Arte è un progetto ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e paesaggistico di piccoli centri, attraverso la condivisione di pratiche e linguaggi dell’arte contemporanea. Diffuso in tutt’Italia, il progetto coinvolge ogni anno 20 borghi con meno di 5mila abitanti, situati in aree diverse per riscoprire l’intero territorio regionale. In virtù della loro dimensione raccolta, questi luoghi diventano il contesto ideale per la sperimentazione artistica e la creazione di nuovi immaginari.
Villiam Miklos Andersen Serre di Rapolano – frazione di Rapolano Terme (SI)
A cura di Gabriele Tosi Qualche decennio fa all’ingresso del borgo c’era una piccola latteria, sulla cui porta ancora oggi si intravede la traccia di una vecchia insegna dipinta a mano. Questa è solo una delle tante attività del centro storico la cui serranda è abbassata da molto tempo. Rimuovendo dall’architettura gli infissi della porta e della finestra, Villiam Miklos Andersen rimette in funzione la latteria come un vano a libero accesso. Lo spazio, così riconfigurato, è aperto al pubblico per tutta l’estate, a ogni ora del giorno e della notte. Dall’interno, una nuova insegna al neon diffonde in strada una luce al contempo estranea e familiare, che colora di ciclamino le notti del paese. La scritta Rock Hard Milk (Latte duro come la roccia) evoca l’attaccamento quasi materno che intercorre fra la comunità di Serre di Rapolano e il travertino, formato da calcio compresso. Il paese è costruito in questa roccia sedimentaria, sulla cui lavorazione poggia gran parte dell’identità e della ricchezza del territorio. Entrando nello spazio si può sentire l’odore fresco e agreste del cedro e del cipresso emanato dalle sculture interamente in legno che l’artista ha realizzato con una segheria locale. Due copie esatte di una delle slot machine, con sgabelli, del Roby’s Bar — il locale sulla strada provinciale che è punto di ritrovo della comunità serrigiana — rappresentano la macchina sostituendo alla sensualità elettronica una carnalità naturale. L’installazione consente, così, un’esperienza sensoriale diversa dall’originale, stimolando una riflessione sulle dinamiche di gestione individuale e collettiva del desiderio nel particolare contesto del paese. L’immagine romantica di una nuova latteria, dove sedersi su uno sgabello per sentire l’odore del paese e ascoltarne le voci, è il cuore del progetto che Miklos Andersen sviluppa a Serre di Rapolano. Lavorando sui confini fra pubblico e privato, il suo lavoro è teso a cogliere la complessità del borgo nel presente e da una prospettiva di spaesamento e tenerezza.
Opere esposte:
Ringraziamenti: |
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Villiam Miklos Andersen (Kalundborg, Danimarca, 1995)
Nella mia ricerca studio la concezione delle relazioni, del desiderio e della precarietà in ambienti di lavoro a prevalenza maschile, principalmente nel settore della logistica. Come persona queer cresciuta in una realtà rurale, ho sempre riflettuto sulla sproporzione nel riconoscimento economico e sociale dei diversi tipi di lavoro. Come scultore, mi confronto con questi temi e con le contraddizioni che ne fanno parte.
Villiam Miklos Andersen (Kalundborg, Danimarca, 1995) si è laureato alla Hochschule für Bildende Künste – Städelschule di Francoforte nel 2021, nella classe di Judith Hopf, e alla Jutland Art Academy di Aarhus nel 2020. La sua pratica artistica è influenzata da un interesse per la logistica e per le modalità di lavoro della società post-industriale, in particolare da come le sfere del personale e del privato si intreccino e siano informate dai sistemi dettati dalle logiche economiche. Il suo lavoro mostra esperienze reali vissute all’interno di vaste reti di sistemi e pratiche votate all’efficienza. Nei suoi ultimi lavori, l’artista riflette su contesti di lavoro segnati da una prevalenza maschile e propone uno sguardo queer, che ne esplora il potenziale di sensibilità, romanticismo e cura. Ha vinto il G+G Art Award Nord (DE, 2023), l’Aros Art Prize (DK, 2020) ed è stato selezionato per Ars Viva Art Prize (DE, 2022). Le mostre recenti includono: Area of common interests, 1Shanthiroad, Bangalore (IN, 2024); November, Simulacra, Pechino (CN, 2023); The Pawn Shop, documenta fifteen, Kassel (DE, 2022); Proof, that this is a home, Frankfurter Kunstverein (DE, 2022); Going Nowhere, Spoiler Zone, Berlino (DE, 2021); Umsteigemöglichkeit, Kunsthal Aarhus (DK, 2020). Il suo lavoro è parte di collezioni istituzionali come quelle del X Museum di Pechino e del Herbert Gerisch-Stiftung a Neumünster, Germania. A novembre 2024 aprirà la sua prima grande personale in un’istituzione, all’O—Overgaden di Copenaghen.
L’intervento artistico di Villiam Miklos Andersen nel borgo di Serre di Rapolano – frazione di Rapolano Terme è coordinato da Gabriele Tosi. |