Lo afferma Rolando Bernacchini, direttore dell'azienda vinicola di Gaiole
di Andrea Pagliantini
GAIOLE IN CHIANTI. L’ossessiva pratica dell’allevamento del cinghiale non conosce soste e carrelli pieni di pane o di granturco vengono costantemente rovesciati nei boschi nonostante la legge vieti la pratica del foraggiamento, nonostante che questa pratica abbia fatto debordare il numero di animali ad una densità insostenibile per il corretto equilibrio naturale, senza parlare dei milioni di euro di danni che ne derivano all’agricoltura, gli incidenti stradali causati da ungulati e un paesaggio oscenamente blindato da reti sempre più alte e fitte.
L’annata vinicola è appena iniziata e già Rolando Bernacchini, direttore di Rocca di Castagnoli si trova a fare i conti dei danni che sta subendo l’azienda che amministra. “Ci sono le fresche e tenere gemme delle viti mangiate dai daini che rendono improduttiva la vita per la campagna in corso, ci sono i foraggiamenti effettuati a base di pane e mais per ingrassare i cinghiali e ci sono dei veri e propri atti vandalici compiuti ai danni dell’azienda, come quello di lasciare aperti i varchi di accesso nei vigneti recintati per farvi entrare gli animali a proprio piacimento. Il lunedi mattina, quando gli operai arrivano trovano sempre i cancelli aperti e tante sono le gemme che non potranno più produrre uva”.