Grandissima partecipazione ai riti pasquali, segno di una trdizione che si rinnova
RADICOFANI. C’era profumo di incenso in questi giorni, e di bosso, l’arbusto che viene usato per costruire, dai confratelli di Sant’Agata una quinta che rappresenta il Monte Calvario. Il bosso è stato raccolto, preparato intrecciato e montato su impalcature fino a coprire il presbiterio della chiesa. Questo è il segno più evidente della Settimana santa, quest’anno seguita da un numero di persone mai visto, e non solo: persino dalle telecamere del Tg1. La caratterizzano pie pratiche, liturgie e processioni che ci riportano in un mondo nel quale la fede permeava tutti gli ambiti della vita dei singoli e delle famiglie. Ma a Radicofani si è svolto anche un altro “rito”, laico e contemporaneo, organizzato dal Grande Oriente d’Italia, giovedì scorso: un incontro aperto al pubblico, al teatro comunale Costantini, durante il quale si è parlato di un’altra faccia delle tradizioni cristiane, quella degli ordini religiosi cavallereschi medievali, ben presenti anche in Val d’Orcia. “Radicofani ha ospitato una settimana intensa – osserva il sindaco Francesco Fabbrizzi – carica di significati e di valori. Il segno di una realtà unica, che vive di solidarietà e di rapporti umani, di tradizioni e di partecipazione. Sono questi i veri elementi per giudicare il benessere di un luogo, la qualità della vita di chi ci vive”.
Tra gli eventi dei giorni scorsi spicca la processione del Venerdì santo che, secondo uno dei più autorevoli siti turistici mondiali, Skyscanner, si trova al settimo posto tra quelle più belle d’Italia, rappresentando tra l’altro la pratica più antica dell’intera Toscana. Ogni volta richiama una grande attenzione, anche da parte delle tv nazionali. E quest’anno è stata seguita in diretta streaming sul sito del Comune (www.comune.radicofani.si.it), con centinaia di contatti.
I protagonisti di queste pratiche pie sono le confraternite, che hanno il compito di organizzare e svolgere rituali unici nel loro genere. Tutto inizia la domenica delle Palme con la messa e la benedizione dei ramoscelli d’ulivo, e continua con preghiere, e processioni. Ma è durante il triduo pasquale che, questo suggestivo borgo medievale, ospita uno dei migliori cortei sacri del nostro Paese. Il pomeriggio del Venerdì santo, nella chiesa di Sant’Agata, è stato caratterizzato dalle “tre ore di agonia di Gesù”, una pia pratica introdotta dai Gesuiti (presente a Radicofani dal 1784), caratterizzata da meditazioni, canti corali e letture sulle sette parole che Gesù disse dalla croce. I confratelli hanno chiesto perdono per i loro peccati di fronte a una ricostruzione del Calvario unica: la quinta di bosso intrecciato è alta circa sette metri con sopra le tre croci e tante piccole lampadine, che dagli anni Novanta hanno sostituito, per motivi di sicurezza, più di duecento lumini ad olio.
Nella chiesa di San Pietro è stata celebrata la messa con la lettura della Passione, lo scoprimento e il bacio della croce da parte dei fedeli. Poi è partito il lunghissimo corteo sacro, accompagnato dalla banda musicale. Le vie del centro sono state illuminate solo dal fuoco delle torce. Gli scalzi incappucciati hanno portato la croce e i lampioni, le confraternite i propri stendardi, la statua di Gesù morto e della Maria addolorata. Il parroco e tutta la popolazione hanno pregato e recitato le stazioni della Via crucis. La processione è terminata nella chiesa di Sant’Agata dove, davanti al Calvario illuminato, i membri delle confraternite hanno compiuto a turno l’adorazione alla statua di Gesù morto, mentre il coro intonava il Miserere. Nel pomeriggio del Sabato santo, si è celebrato un altro evento molto atteso, specialmente dai bambini: la benedizione delle uova pasquali.