Abbadia San Salvatore, Castelnuovo Berardenga, Castiglione d’Orcia, Murlo, Pienza e Provincia di Siena uniti contro le discriminazioni

SIENA. In occasione del 17 maggio – Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia – la Provincia di Siena e i Comuni di Abbadia San Salvatore, Castelnuovo Berardenga, Castiglione d’Orcia, Murlo e Pienza esporranno uno stendardo arcobaleno di 2×1,50 metri come simbolo del loro impegno quotidiano nel contrasto alle discriminazioni verso le persone gay, lesbiche, bisessuali, trans*, intersessuali, queer e asessuali.
“Qui non c’è posto per parole di odio” è lo slogan intorno a cui si sono uniti tutti i comuni senesi che fanno parte dalla Rete Re.A.Dy, che attraverso i loro rappresentanti istituzionali hanno lanciato un appello video a tutte le altre amministrazioni della provincia di Siena invitandole ad aderire alla Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni.
Ma c’è di più: la Provincia e i Comuni esporranno all’interno delle loro sedi sei infografiche realizzate dal Movimento Pansessuale – Arcigay Siena che hanno lo scopo di informare la cittadinanza su cosa è l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia, la transfobia e la afobia, su come riconoscerla e contrastarla attraverso piccole buone pratiche. Inoltre, sulle scrivanie degli uffici comunali saranno presenti i calendari arcobaleno ideati per ricordare le date importanti della comunità LGBTQIA+ e saranno esposti adesivi rainbow che identificano gli uffici come spazi sicuri per le persone vittime di discriminazioni.
Il 17 maggio verrà lanciato anche il video “Prof, chiamami con il mio nome” realizzato dai volontari del Movimento Pansessuale – Arcigay Siena in cui viene mostrato il coming out di un ragazzo trans* con il suo professore e le sue possibili reazioni. Il video mostra quanto è importante rivolgersi alle persone trans* con il nome che hanno scelto. Un piccolo gesto di cura che può farle sentire accolte. Da settembre infine partirà il progetto “Power Rainbow. Strategie di contrasto all’LGBTQIAfobia al tempo del COVID” che si articolerà in tre fasi: la prima prevede la realizzazione di una indagine sull’impatto della pandemia sulla comunità LGBTQIA+* più fragile attraverso la somministrazione di un questionario e l’organizzazione di focus group di elaborazione dei bisogni e co-costruzione di sevizi e attività per dare risposte ai bisogni emersi, utilizzando un approccio community-based