La Commissione, istituita per la prima volta nel 1860, è un organo che a Chiusi ha scandito momenti fondamentali nella storia dell’archeologia locale tra ‘800 e ‘900
CHIUSI. Dopo la delibera consiliare che ne ha decretato il ripristino, martedì 21 marzo si è riunita per la prima volta in consiglio comunale, in modalità ‘da remoto’, la Commissione Archeologica Comunale composta da studiose e studiosi di archeologia di chiara fama, provenienti da diverse Università e Istituti italiani e esteri. La Commissione, istituita per la prima volta nel 1860, è un organo che a Chiusi ha scandito momenti fondamentali nella storia dell’archeologia locale tra ‘800 e ‘900, in particolare determinando la nascita della prima raccolta archeologica comunale che ha dato poi origine al Museo nazionale e lavorando alla realizzazione delle opere infrastrutturali che hanno tutelato e valorizzato le tombe dipinte. Lo scenario attuale della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico è profondamente cambiato rispetto al passato, ma il lavoro della Commissione, all’interno della quale dialogano Soprintendenza, Musei e Università, potrà dare un apporto tecnico fondamentale nel quadro territoriale dell’antico agro chiusino, interagendo con il tessuto sociale e culturale locale e rilanciando il ruolo di Chiusi nella promozione degli studi etruscologici.
Durante la riunione di martedì sono state discusse all’ordine del giorno anche le strategie progettuali che l’Amministrazione comunale sta portando avanti in questo periodo e sui quali seguiranno aggiornamenti nei prossimi giorni. Tra gli argomenti trattati, è stato annunciato l’inizio imminente di una campagna di indagini geofisiche con tecniche non invasive (georadar). Il tipo di indagine, che sarà svolta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP-SI che ha già rilasciato al Comune la concessione, ha l’obiettivo di acquisire in breve tempo nuovi dati sulla topografia antica del centro storico, individuando e mappando presumibilmente strutture archeologiche sepolte sinora non conosciute e facendo riemergere una parte ‘invisibile’ del centro storico. Conoscere e tutelare è fondamentale per sviluppare una progettualità sensibile al delicato rapporto che lega la città moderna a quella antica su cui essa è sovrapposta, con l’obiettivo di valorizzare al meglio il nostro patrimonio accrescendo la consapevolezza culturale dei cittadini e rilanciando sul piano turistico l’immagine della nostra città.