La nuova campagna durerà fino al 23 luglio e coinvolgerà venti persone tra archeologi e studenti dell’Università di Siena e di altri atenei italiani. A guidare la campagna di scavi, realizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale di Buonconvento e la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, è Marco Valenti, docente del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena.
"Riteniamo queste campagne molto importanti – spiega Giorgio Meconcelli, assessore al Turismo del Comune di Buonconvento – perché riportare alla luce reperti antichi significa creare un anello di congiunzione con la storia. Conoscere civiltà ormai lontane ci permette di capire chi siamo e da dove veniamo, quali popolazione hanno calpestato il territorio su cui oggi sorge il Comune di Buonconvento. Un ‘attività fondamentale,quella degli scavi, attraverso cui possiamo lavorare per valorizzare sempre più questa zona della Valdarbia». Ogni giorno è possibile seguire l’evolvere degli scavi all’indirizzo: http://archeologiamedievale.unisi.it/santa-cristina/
Proprio lo scorso anno al termine della prima campagna di scavi erano stati riportati alla luce un grande complesso termale risalente al I secolo d.C. in buono stato di conservazione, ruderi e capanne databili tra il I e il VI secolo d.C. Quest’anno, quindi, il compito degli studiosi sarà quello di ampliare quest’area in direzione nord, sud e ovest, sia per individuare l’estensione e lo sviluppo planimetrico dell’impianto termale in parte già identificato, sia per comprendere l’entità delle fasi di vita successive all’abbandono della mansio, inquadrabili cronologicamente tra l’età tardoantica e l’altomedioevo. Queste operazioni consentiranno di verificare l’entità delle fasi di riuso, per comprendere l’articolazione dell’insediamento che si sovrappose alle strutture romane e permetteranno di verificare lo sviluppo di alcuni ambienti del complesso termale che sono rimasti parzialmente obliterati dai vecchi limiti di scavo. L’ampliamento dell’area verrà inizialmente realizzato tramite l’ausilio dell’escavatore meccanico, funzionale alla rimozione del livello di humus superficiale con il preciso scopo di aprire un settore più esteso di quello che si intenderà scavare nell’arco delle otto settimane di campagna, in previsione della realizzazione di nuove indagini magnetometriche nell’area circostante.