Decisivo è stato il lavoro del Comitato “Piano Casole”, formato da cittadini senza distinzioni politiche, e dei capigruppo di opposizione Alfio Barbagallo e Federico Verponziani
CASOLE D’ELSA – Il Comune di Casole d’Elsa ha ufficialmente rigettato la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) presentata dalla filiale italiana della multinazionale spagnola X-Elio. Un successo che sancisce l’impegno congiunto dei gruppi di opposizione “Pensare Comune” e “Noi Ci Siamo”, del Comitato “Piano Casole” e della cittadinanza attiva, uniti nella difesa del paesaggio e del territorio casolese.
Il progetto, che prevedeva la costruzione di un impianto fotovoltaico da quasi 5MW su 9 ettari di terreno agricolo integro, è stato ritenuto incompatibile con le normative vigenti. Tra le criticità rilevate, riportate nel documento di rigetto comunale, figurano contrasti con le norme giuridiche, incongruenze con gli strumenti urbanistici e il mancato rispetto del rischio idraulico.
Decisivo è stato il lavoro del Comitato “Piano Casole”, formato da cittadini senza distinzioni politiche, e dei capigruppo di opposizione Alfio Barbagallo e Federico Verponziani. Sin dalle prime fasi, il Comitato ha svolto un’attività intensa e documentata, esponendo le criticità del progetto sia in riunioni pubbliche sia attraverso una lettera ufficiale inviata al Sindaco Pieragnoli e ad altri rappresentanti istituzionali.
Nel Consiglio Comunale del 28 novembre, i gruppi di opposizione hanno presentato una mozione per chiedere formalmente il rigetto della PAS. Sebbene la mozione sia stata respinta dalla maggioranza, il Sindaco Pieragnoli aveva anticipato che il Comune avrebbe comunque tenuto conto dei rilievi espressi, procedendo successivamente con il rigetto ufficiale del progetto.
Questo risultato non rappresenta soltanto una vittoria contro un progetto percepito come invasivo e speculativo, ma è anche un esempio di valore civico. La mobilitazione dei cittadini, guidata da un senso profondo di appartenenza e di tutela dell’identità del territorio, ha dimostrato come la partecipazione attiva possa influenzare le decisioni amministrative.
La vicenda di Casole d’Elsa invia un messaggio chiaro: lo sviluppo sostenibile deve rispettare il paesaggio, la cultura e le normative locali. È possibile coniugare innovazione energetica e tutela ambientale, ma ogni progetto deve essere concepito con criteri di compatibilità e trasparenza.
In un contesto in cui il cambiamento climatico richiede un’espansione delle energie rinnovabili, il caso di Casole sottolinea che la transizione ecologica non può avvenire a scapito della salvaguardia dei territori e delle comunità.