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MURLO. "Quanto accaduto ieri a Murlo ha creato grande commozione e lascia una comunità sgomenta e affranta ma ci deve indurre con immediatezza a riflettere sulla necessità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione della collettività per la prevenzione di situazioni che, come in questo caso, rischiano di sfociare in azioni di una violenza inaudita". E' questa la prima riflessione di Paola Brocchi, vice sindaco del Comune di Murlo e presidente del Centro Pari opportunità dell'Unione dei Comuni della Val di Merse dopo l'omicidio della giovane donna di Vescovado, travolta e uccisa dal marito.
"Il contesto familiare in cui era inserita la giovane donna – continua Brocchi – è esploso in una morte assurda e atroce, che ci rimanda a quella di milioni di donne che vivono quotidianamente, tra le mura domestiche, ogni sorta di abuso. E' nei contesti familiari che si consumano la maggior parte delle violenze ed è lì che è necessario agire, trovando gli strumenti per squarciare quel muro di silenzio, vergogna, indifferenza e paura. Non dimentichiamo, infatti, che la violenza contro le donne comprende tutti i comportamenti che ledono e danneggiano il corpo della donna, la sua sessualità, la sua identità, la sua autostima, la sua autonomia, la sua spiritualità".
"In questo contesto – aggiunge Paola Brocchi – l'impegno profuso dai servizi, dalle istituzioni, dalle associazioni, dalle autorità preposte a prevenire e contrastare la violenza di genere è forte. Dobbiamo continuare a promuovere, ed è questo su cui dobbiamo lavorare, una cultura fondata sul rispetto e sulla garanzia dei diritti in tutti gli ambiti. Possiamo farlo, in particolare, se le maglie della nostra rete di protezione saranno così strette da proteggere, seguire e aiutare i disagi che nascono all'interno del nucleo familiare e che spesso – grazie ad una consulenza, un'indicazione, una denuncia, un controllo medico – possono limitare il ripetersi di nuovi efferate azioni di violenza sulle donne, ma non solo".
"A livello provinciale – continua Brocchi – attraverso il Tavolo Interistituzionale contro la violenza, coordinato dalla Provincia di Siena, enti e associazioni lavorano da tempo per mettere in campo interventi e attività di prevenzione e contrasto alla violenza che siano il più possibile congiunti e condivisi. La strada da percorrere è lunga e tortuosa, ma è quella giusta. In particolare, anche localmente dobbiamo agire con immediatezza e, prima che sia troppo tardi, creare le condizioni minime di prevenzione, destinando ad esempio risorse per la realizzazione di strumenti di assistenza, informazione e consulenza che possano garantire un approccio immediato alle necessità familiari in ogni realtà del territorio".
"Il contesto familiare in cui era inserita la giovane donna – continua Brocchi – è esploso in una morte assurda e atroce, che ci rimanda a quella di milioni di donne che vivono quotidianamente, tra le mura domestiche, ogni sorta di abuso. E' nei contesti familiari che si consumano la maggior parte delle violenze ed è lì che è necessario agire, trovando gli strumenti per squarciare quel muro di silenzio, vergogna, indifferenza e paura. Non dimentichiamo, infatti, che la violenza contro le donne comprende tutti i comportamenti che ledono e danneggiano il corpo della donna, la sua sessualità, la sua identità, la sua autostima, la sua autonomia, la sua spiritualità".
"In questo contesto – aggiunge Paola Brocchi – l'impegno profuso dai servizi, dalle istituzioni, dalle associazioni, dalle autorità preposte a prevenire e contrastare la violenza di genere è forte. Dobbiamo continuare a promuovere, ed è questo su cui dobbiamo lavorare, una cultura fondata sul rispetto e sulla garanzia dei diritti in tutti gli ambiti. Possiamo farlo, in particolare, se le maglie della nostra rete di protezione saranno così strette da proteggere, seguire e aiutare i disagi che nascono all'interno del nucleo familiare e che spesso – grazie ad una consulenza, un'indicazione, una denuncia, un controllo medico – possono limitare il ripetersi di nuovi efferate azioni di violenza sulle donne, ma non solo".
"A livello provinciale – continua Brocchi – attraverso il Tavolo Interistituzionale contro la violenza, coordinato dalla Provincia di Siena, enti e associazioni lavorano da tempo per mettere in campo interventi e attività di prevenzione e contrasto alla violenza che siano il più possibile congiunti e condivisi. La strada da percorrere è lunga e tortuosa, ma è quella giusta. In particolare, anche localmente dobbiamo agire con immediatezza e, prima che sia troppo tardi, creare le condizioni minime di prevenzione, destinando ad esempio risorse per la realizzazione di strumenti di assistenza, informazione e consulenza che possano garantire un approccio immediato alle necessità familiari in ogni realtà del territorio".