COLLE VAL D'ELSA. Sindacati ed Rsu della RCR Cristallerie sono molto preoccupati per la situazione che si è venuta a creare nei mesi trascorsi dall’accordo di giugno, accordo da più parti contestato ma che partiva dall’analisi e dalla conseguente presa d’atto di quelle che erano le condizioni che avevano portato alla firma di quel testo in sede istituzionale.
"Tutto partiva dalla necessità di un risanamento economico – si legge nella nota sindacale a firma di Binarelli, Fè e D'Isa- che potesse consentire la ripresa dell’azienda e la salvaguardia in prospettiva dei posti di lavoro, c’era un impegno preciso delle banche a dare un sostegno economico attraverso un finanziamento che ad oggi ancora non è arrivato; la stessa ristrutturazione concernente le riconversioni dei forni e lo spostamento di alcune linee di produzione è strettamente legata alle risorse economiche a disposizione, quindi è facile comprendere che il ritardo del finanziamento mette a rischio la ristrutturazione ed aggrava ulteriormente, se possibile, la condizione dei lavoratori. Nell’accordo di giugno erano previsti impegni per tutte le parti in causa, ma ad oggi solo i lavoratori stanno sostenendo il peso della crisi aziendale; i cassaintegrati per il loro allontanamento dal lavoro vedono le loro retribuzioni scendere in qualche caso fino a 700 euro al mese, mentre chi è rimasto al lavoro ha visto alleggerirsi la busta paga ed in compenso costantemente aumentare i ritmi e i tempi di lavoro.
Il 30 settembre scadrà il termine previsto nell’accordo per la definizione della rotazione della CIGS tra i lavoratori, ma ancora non abbiamo risposte e disponibilità concrete su questo argomento".
I firmatari del documento esprimono anche "contrarietà alla posizione aziendale perché non tiene conto delle sofferenze dei lavoratori e nel contesto complessivo della ristrutturazione non dà certezze, ma nemmeno ragionevoli speranze, che la strada imboccata porti a sviluppi positivi. Chiedono per l’ennesima volta a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento dell’accordo di giugno il mantenimento degli impegni ed invitano soprattutto le istituzioni a svolgere opera di controllo su quanto avviene in RCR".
"Tutto partiva dalla necessità di un risanamento economico – si legge nella nota sindacale a firma di Binarelli, Fè e D'Isa- che potesse consentire la ripresa dell’azienda e la salvaguardia in prospettiva dei posti di lavoro, c’era un impegno preciso delle banche a dare un sostegno economico attraverso un finanziamento che ad oggi ancora non è arrivato; la stessa ristrutturazione concernente le riconversioni dei forni e lo spostamento di alcune linee di produzione è strettamente legata alle risorse economiche a disposizione, quindi è facile comprendere che il ritardo del finanziamento mette a rischio la ristrutturazione ed aggrava ulteriormente, se possibile, la condizione dei lavoratori. Nell’accordo di giugno erano previsti impegni per tutte le parti in causa, ma ad oggi solo i lavoratori stanno sostenendo il peso della crisi aziendale; i cassaintegrati per il loro allontanamento dal lavoro vedono le loro retribuzioni scendere in qualche caso fino a 700 euro al mese, mentre chi è rimasto al lavoro ha visto alleggerirsi la busta paga ed in compenso costantemente aumentare i ritmi e i tempi di lavoro.
Il 30 settembre scadrà il termine previsto nell’accordo per la definizione della rotazione della CIGS tra i lavoratori, ma ancora non abbiamo risposte e disponibilità concrete su questo argomento".
I firmatari del documento esprimono anche "contrarietà alla posizione aziendale perché non tiene conto delle sofferenze dei lavoratori e nel contesto complessivo della ristrutturazione non dà certezze, ma nemmeno ragionevoli speranze, che la strada imboccata porti a sviluppi positivi. Chiedono per l’ennesima volta a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento dell’accordo di giugno il mantenimento degli impegni ed invitano soprattutto le istituzioni a svolgere opera di controllo su quanto avviene in RCR".