di Augusto Mattioli
SAN GIMIGNANO. Tutte le sigle sindacali di polizia penitenziaria del carcere di San Gimignano hanno deciso per venerdì una giornata di protesta che prevede un sit –in davanti all’ingresso e l’astensione dalla mensa di servizio per l’intera giornata. Motivo della clamorosa iniziativa, segno di un forte disagio più vole emerso “la grave situazione –sottolinea una nota dei sindacati- di degrado gestionale dell’istituto penitenziario, ulteriormente accentuata dalla staticità e dall’inefficienza dell’autorità dirigente”. I sindacati aggiungono che la decisione “è scaturita dall’assenza a tutt’oggi di interventi da parte dell’amministrazione per risolvere le problematiche denunciate più volte e dall’aggravarsi delle condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria”.
Comunque per dopodomani (26 luglio), i sindacati fanno sapere di essere stati convocati dal dirigente del carcere “per un difficile tentativo di riprendere le relazioni sindacali interrotte da diversi mesi per inadempienze contrattuali e questioni irrisolte su cui a tutt’oggi non si intravedono esiti positivi”. Già da quest’ultima considerazione si capisce quanto sia difficile un accordo. Nella loro nota i sindacati elencano i punti di maggiore problematicità del carcere. La carenza di personale stimata al 40% rispetto alla pianta organica che prevede 233 unità, ingovernabilità del carcere per la mancata assegnazione di un direttore in pianta stabile, inconsueti consigli di disciplina “che hanno determinato la totale assenza di una politica finalizzata al rispetto dell’ordine e della legalità per scongiurare episodi illeciti nei confronti del personale”. E ancora un elevato numero di reclusi, un “insopportabile” carico di lavoro e responsabilità, e decisioni inappropriate e assenza di volontà dalla direzione per trovare soluzioni alternative e adeguare i carichi di lavoro. E infine “interventi unilaterali” della direzione che “disattende gli accordi sindacali siglati su ferie e programmazione mensile del servizio”
SAN GIMIGNANO. Tutte le sigle sindacali di polizia penitenziaria del carcere di San Gimignano hanno deciso per venerdì una giornata di protesta che prevede un sit –in davanti all’ingresso e l’astensione dalla mensa di servizio per l’intera giornata. Motivo della clamorosa iniziativa, segno di un forte disagio più vole emerso “la grave situazione –sottolinea una nota dei sindacati- di degrado gestionale dell’istituto penitenziario, ulteriormente accentuata dalla staticità e dall’inefficienza dell’autorità dirigente”. I sindacati aggiungono che la decisione “è scaturita dall’assenza a tutt’oggi di interventi da parte dell’amministrazione per risolvere le problematiche denunciate più volte e dall’aggravarsi delle condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria”.
Comunque per dopodomani (26 luglio), i sindacati fanno sapere di essere stati convocati dal dirigente del carcere “per un difficile tentativo di riprendere le relazioni sindacali interrotte da diversi mesi per inadempienze contrattuali e questioni irrisolte su cui a tutt’oggi non si intravedono esiti positivi”. Già da quest’ultima considerazione si capisce quanto sia difficile un accordo. Nella loro nota i sindacati elencano i punti di maggiore problematicità del carcere. La carenza di personale stimata al 40% rispetto alla pianta organica che prevede 233 unità, ingovernabilità del carcere per la mancata assegnazione di un direttore in pianta stabile, inconsueti consigli di disciplina “che hanno determinato la totale assenza di una politica finalizzata al rispetto dell’ordine e della legalità per scongiurare episodi illeciti nei confronti del personale”. E ancora un elevato numero di reclusi, un “insopportabile” carico di lavoro e responsabilità, e decisioni inappropriate e assenza di volontà dalla direzione per trovare soluzioni alternative e adeguare i carichi di lavoro. E infine “interventi unilaterali” della direzione che “disattende gli accordi sindacali siglati su ferie e programmazione mensile del servizio”