di Roberta Benvenuti
RADDA IN CHIANTI. Sabato 4 settembre si è svolta come da cartellone la serata "pizza solidale". La manifestazione, una sorta di appendice alla festa del Perdono, è diventata ormai da anni l'appuntamento fisso per il primo sabato di settembre ed ha lo scopo di raccogliere fondi in favore di Sesto Senso, l'associazione senese di e per genitori di ragazzi diversabili. La novità di quest'anno è stata la partecipazione anche di Radda per l'Ecuador, un gruppo che da anni porta avanti un progetto di solidarietà nei confronti di una comunità ecuadoregna che accoglie ragazzi di strada e con disagi familiari. Sono due iniziative, quelle di Sesto Senso e di Radda per l'Ecuador, che il paese ha sempre premiato con uno sforzo collettivo di generosità e partecipazione. Già nel corso di quest'anno vi erano state due altre manifestazioni pienamente riuscite: a maggio la mostra fotografica delle foto realizzate da Stefano Baldini nella comunità in Ecuador, e a giugno la giornata Sesto Senso, che aveva concluso in bellezza un percorso fatto con i bambini e i ragazzi di Radda.
Ora, con le due associazioni unite per l'occasione, la riuscita non poteva essere certo da meno. Nonostante la pioggia della mattina avesse abbassato sensibilmente la temperatura la partecipazione è stata numerosa e a fine serata le pizze infornate e servite sono state più di trecento. A completamento si devono menzionare i giochi per ragazzi nel pomeriggio e la musica di una giovane band alla sera, e, infine ma non certo per ultimo, la doppia mostra allestita all'interno dei giardini che ha illustrato le attività delle due associazioni.
Fin qui la cronaca stretta. Ma doverosi anche alcuni commenti. Intorno a questi eventi ruota sempre una grossa macchina organizzativa. "Ecco" – dice Alessandro Baldanzi, uno dei genitori di Sesto Senso e trascinatore infaticabile di queste iniziative – "a volte ringraziare sembra quasi scontato, ma qui ci sono persone, le donne delle cucine, tutti i volontari della Festa del Perdono, che sono sempre in prima linea, e senza la loro disponibilità non si potrebbe fare niente". In effetti è vero, quasi tutte le iniziative raddesi a carattere sociale e conviviale ruotano intorno ad un gruppo di volontari, più o meno sempre gli stessi, diciamo pure le stesse giacchè in maggioranza donne. Poi di volta in volta si uniscono anche altri, c'è un discreto serbatoio di persone di buona volontà, ma senza la competenza e l'impegno costante dello "zoccolo duro"…beh…il risultato sarebbe ben diverso. Un'altra considerazione merita questa sorta di gemellaggio creato fra le due associazioni. Questa è stata la prima manifestazione in comune, ma di certo non sarà l'ultima. Del resto le due iniziative, al di là della distanza geografica dei beneficiari, condividono un impegno simile nel cercare di andare un po' "oltre" a ciò che comunemente si intende come normalità, sia che si tratti di abilità fisiche o che si tratti di condizioni familiari e di stile di vita diverse dalle nostre. "Il gruppo di lavoro c'è" – prosegue Alessandro fra il serio e il faceto- "si possono fare altre iniziative, e rendere partecipi altre persone, anche a più ampio raggio. Sensibilizzare certo, ma oltre le chiacchiere occorre anche fare qualcosa di pratico, perchè poi i bisogni ci sono. A volte le situazioni che viviamo noi, i problemi legati alla diversabilità…. sono difficili… ma devi anche uscire da lì dentro, perchè alla fine se c'è troppa emozione non c'è azione. Io e Paola, nel nostro piccolo, cerchiamo di essere la dimostrazione di come si può agire e reagire…".
Ben poco è da aggiungere a queste parole, solo che nei prossimi giorni le bacheche del paese esporranno il resoconto di quanto ricavato dalla serata, doveroso riconoscimento al contributo di tutti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RADDA IN CHIANTI. Sabato 4 settembre si è svolta come da cartellone la serata "pizza solidale". La manifestazione, una sorta di appendice alla festa del Perdono, è diventata ormai da anni l'appuntamento fisso per il primo sabato di settembre ed ha lo scopo di raccogliere fondi in favore di Sesto Senso, l'associazione senese di e per genitori di ragazzi diversabili. La novità di quest'anno è stata la partecipazione anche di Radda per l'Ecuador, un gruppo che da anni porta avanti un progetto di solidarietà nei confronti di una comunità ecuadoregna che accoglie ragazzi di strada e con disagi familiari. Sono due iniziative, quelle di Sesto Senso e di Radda per l'Ecuador, che il paese ha sempre premiato con uno sforzo collettivo di generosità e partecipazione. Già nel corso di quest'anno vi erano state due altre manifestazioni pienamente riuscite: a maggio la mostra fotografica delle foto realizzate da Stefano Baldini nella comunità in Ecuador, e a giugno la giornata Sesto Senso, che aveva concluso in bellezza un percorso fatto con i bambini e i ragazzi di Radda.
Ora, con le due associazioni unite per l'occasione, la riuscita non poteva essere certo da meno. Nonostante la pioggia della mattina avesse abbassato sensibilmente la temperatura la partecipazione è stata numerosa e a fine serata le pizze infornate e servite sono state più di trecento. A completamento si devono menzionare i giochi per ragazzi nel pomeriggio e la musica di una giovane band alla sera, e, infine ma non certo per ultimo, la doppia mostra allestita all'interno dei giardini che ha illustrato le attività delle due associazioni.
Fin qui la cronaca stretta. Ma doverosi anche alcuni commenti. Intorno a questi eventi ruota sempre una grossa macchina organizzativa. "Ecco" – dice Alessandro Baldanzi, uno dei genitori di Sesto Senso e trascinatore infaticabile di queste iniziative – "a volte ringraziare sembra quasi scontato, ma qui ci sono persone, le donne delle cucine, tutti i volontari della Festa del Perdono, che sono sempre in prima linea, e senza la loro disponibilità non si potrebbe fare niente". In effetti è vero, quasi tutte le iniziative raddesi a carattere sociale e conviviale ruotano intorno ad un gruppo di volontari, più o meno sempre gli stessi, diciamo pure le stesse giacchè in maggioranza donne. Poi di volta in volta si uniscono anche altri, c'è un discreto serbatoio di persone di buona volontà, ma senza la competenza e l'impegno costante dello "zoccolo duro"…beh…il risultato sarebbe ben diverso. Un'altra considerazione merita questa sorta di gemellaggio creato fra le due associazioni. Questa è stata la prima manifestazione in comune, ma di certo non sarà l'ultima. Del resto le due iniziative, al di là della distanza geografica dei beneficiari, condividono un impegno simile nel cercare di andare un po' "oltre" a ciò che comunemente si intende come normalità, sia che si tratti di abilità fisiche o che si tratti di condizioni familiari e di stile di vita diverse dalle nostre. "Il gruppo di lavoro c'è" – prosegue Alessandro fra il serio e il faceto- "si possono fare altre iniziative, e rendere partecipi altre persone, anche a più ampio raggio. Sensibilizzare certo, ma oltre le chiacchiere occorre anche fare qualcosa di pratico, perchè poi i bisogni ci sono. A volte le situazioni che viviamo noi, i problemi legati alla diversabilità…. sono difficili… ma devi anche uscire da lì dentro, perchè alla fine se c'è troppa emozione non c'è azione. Io e Paola, nel nostro piccolo, cerchiamo di essere la dimostrazione di come si può agire e reagire…".
Ben poco è da aggiungere a queste parole, solo che nei prossimi giorni le bacheche del paese esporranno il resoconto di quanto ricavato dalla serata, doveroso riconoscimento al contributo di tutti.
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