Dopo decenni d'attesa demolito l'ecomostro
di Andrea Pagliantini
RADDA IN CHIANTI. Il Comune di Radda è stato di parola, entro la fine dell’anno sono state ultimate le demolizioni di quell’osceno edificio mai completato, che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere un centro di stoccaggio e di imbottigliamento del vino, posto ai piedi della splendida frazione di Volpaia.
Un pensiero va al compianto sindaco di Radda, Giorgio Bianchi, che già
all’inizio degli anni ’80, teorizzava che una ferita del genere per il
paesaggio sarebbe stata sanata solo con la demolizione dello scheletro
incompiuto, un monumento allo spreco e al cemento.
Il mostro di 45mila metri cubi non esiste più, saranno triturati gli
inerti di cemento, saranno riciclati i metalli recuperati.
Il paesaggio raddese ne trae sicuramente conforto.