Fermo l’obiettivo, già delineato con l’adozione dello strumento: garantire a Radda uno sviluppo sostenibile e duraturo nel tempo, valorizzando e integrando le risorse ambientali, sociali ed economiche. Su cinquantasei osservazioni presentate, quaranta sono state accolte parzialmente, sei accolte completamente e dieci non accolte. In linea con ciò che era emerso durante le assemblee pubbliche, l’amministrazione ha cercato di rispondere ad una domanda di maggiore flessibilità, consentendo di valutare e costruire delle famiglie di intervento differenziate a seconda delle diverse caratteristiche del territorio.
Per ciò che riguarda le edificazioni oltre i 600 metri cubi su terreno agricolo, per esempio, saranno necessari un passaggio in commissione urbanistica e due in consiglio solo per le zone di pregio paesaggistico soggette a vincolo, mentre per tutte le altre, il piano attuativo scatterà sopra i 1200 metri cubi. Un alleggerimento burocratico nei tempi di notevole portata, con l’obiettivo di semplificare, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile, le procedure legate ad un territorio dove le attività agricole e vitivinicole sono numerosissime. Le osservazioni accolte, inoltre, hanno interessato anche gli edifici antecedenti il 1954: il Ps ne consentirà non solo il restauro, come era stato previsto, ma anche una ristrutturazione leggera dell’interno e un cambio di destinazione d’uso. La norma è però transitoria ed avrà validità fino all’adozione del Regolamento urbanistico (Ru).
Gli interventi incompiuti all’interno del vecchio Piano regolatore, ritenuti compatibili con il quadro conoscitivo, non saranno eliminatati: alcuni potranno trovare attuazione immediata, dopo l’approvazione di martedì, nel Piano strutturale; altri dovranno aspettare l’operatività del Ru. L’amministrazione comunale, in linea con le esigenze dei cittadini, ha ritenuto importante dare a quegli interventi un’attenzione particolare, affidando un incarico ad hoc all’ufficio di Piano per valutarne la compatibilità con gli orientamenti del Ps. Alcune zone, ferme da anni, saranno riconsiderate per lasciare spazio ad usi residenziali, commerciali, lavorativi e artigianali.
Nello specifico, saranno demandati al Regolamento urbanistico la conversione e la riqualificazione dello stabilimento in disuso dell’azienda Laca, per determinare la compatibilità dell’intervento con una futura riqualificazione dell’ambito urbano della frazione La Villa, e del fabbricato della Fornace, il cui vecchio edificio potrebbe venire riqualificato per usi residenziale. Entrambi gli interventi prevedranno, comunque, un recupero parziale dei volumi attuali. Con l’approvazione del Piano, inoltre, sono state accorpate e localizzate nell’area artigianale di Lucarelli una serie di piccole zone a destinazione artigianale, oggi dislocate a macchia di leopardo sul territorio. L’indicazione contenuta nel Ps è quella di ampliare l’area, orientandone l’espansione in modo tale da allontanarla dalla zona di rischio idraulico.