Il tribunale di Siena ha stabilito che hanno omesso di intervenire per salvaguardare lo storico albero
PIENZA. Da Nicoletta Innocenti, presidente dell’associazione Opera Val d’Orcia, riceviamo e pubblichiamo.
Ci giunge questa mattina la comunicazione che “Il giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Siena dott.ssa Roberta Malavasi, esaminata la richiesta del Pubblico Ministero con la quale si richiede l’emissione di Decreto Penale di Condanna nei confronti di Fè Fabrizio sindaco di Pienza e Fè Riccardo Responsabile dell’area Ambiente, Patrimonio e Manutenzione del Comune di Pienza,
- ritenuto che dagli atti la responsabilità degli imputati risulta provata
- ritenuto che la qualificazione giuridica dei fatti risulta corretta
- ritenuto che la pena richiesta dal P.M. risulta adeguata
condanna i medesimi per il reato di cui all’art. 40, comma 2 e 734 Codice Penale, perché il Fè Fabrizio Sindaco del Comune di Pienza e Fè Riccardo Responsabile di Area pur essendo gravati dal relativo obbligo giuridico previsto, tra l’altro, dall’art. 30, Dlgs 42/2004, omettendo di adottare gli interventi necessari per la sicurezza e la conservazione di una bellezza naturale, costituita dalla pianta monumentale denominata “Quercia delle Checche” sita nel comune di Pienza e sottoposta a speciale protezione dell’Autorità, in quanto dichiarata d’interesse culturale ex art. 10 comma 3, lett. A)del Dlgs 42/2004, non impedivano il crollo di un grande ramo della predetta pianta e dunque la distruzione e l’alterazione della predetta bellezza comune. Ciò accadeva in Pienza località le Checche il 2 agosto 2017.”
Riteniamo la presente risoluzione giuridica una sentenza storica, dal valore estremamente significativo non solo per il nostro territorio, la Val d’Orcia Patrimonio Unesco di elevata rilevanza paesaggistica e ambientale, ma più in generale per la tutela sull’intero territorio Italiano degli Alberi Monumentali, per i quali il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha istituito di recente un importante Albo Nazionale. La Quercia delle Checche inoltre rappresenta un simbolo straordinario per tutta la comunità scientifica essendo stato il primo Albero Monumentale in Italia ad ottenere dal MIBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il riconoscimento nel giugno 2017 di Primo Monumento Verde d’Italia. Riconoscimento ottenuto non solo per la bellezza, la vetustà e la grandiosità dell’albero, ma anche per la sua relazione con l’ambiente antropologico e per il valore che le comunità locali hanno sempre riconosciuto alla Matriarca di Val d’Orcia. Il riconoscimento inoltre giunse a fronte dell’impegno svolto nei confronti del Ministero e degli organi di stampa nazionale da parte di un tenace movimento dal basso che si costituì prima in Comitato spontaneo “SOS Quercia delle Checche” e successivamente nella forma dell’Associazione ”Opera Val d’Orcia” e che catalizza intorno a sé svariate centinaia di appassionati e volontari. Dopo il primo crollo della grande branca ad opera di ignoti nell’agosto del 2014, il gruppo pose concretamente il problema della tutela della Quercia delle Checche stimolando il comune nella direzione della istituzione di un Comitato Tecnico scientifico che potesse monitorare, tutelare e salvaguardare l’albero. A fronte di una sostanziale latitanza del comune di Pienza nelle figure del sindaco Fè e del vice sindaco Colombini che si sbilanciarono in promesse mai realizzate, il gruppo coinvolse negli anni esperti nazionali e internazionali che giunsero tutti alla stessa conclusione: La Quercia delle Checche avendo subito uno sbilanciamento a causa del primo crollo della grande branca, aveva necessità di adeguati sostegni, pena ulteriori crolli per bilanciare l’equilibrio ormai alterato. Il Comune di Pienza farà passare oltre 2 anni e mezzo senza procedere all’attuazione delle procedure di salvaguardia che lo stesso tecnico incaricato dal Comune nella sua relazione del gennaio 2015 aveva indicato espressamente. Il 2 agosto 2017 la seconda enorme branca, ancora più grande della prima crollerà e il comune apporrà i sostegni due mesi dopo il crollo! E qui si giunge al paradosso, a fronte delle proprie inadempienze che la sentenza di oggi testimonia, il sindaco assume una decisione totalmente incomprensibile, decide di denunciare i volontari, cioè coloro che negli ultimi 3 anni e mezzo si erano occupati di tenere rapporti con Ministero e Soprintendenza, dalla manutenzione e decoro dell’area, delle attività didattiche, del taglio dell’erba, della pacciamattura, ovviamente senza arrecare alcun costo al Comune e auto-tassandosi. La denuncia mossa dal Sindaco Fè verrà prontamente archiviata, invece le controdeduzioni alle accuse ingiustamente ricevute da parte dei volontari e delle associazioni coinvolte, tra cui Italia Nostra, Legambiente, Club UNESCO e OPERA Val d’Orcia si tradurranno in una contro denuncia che oggi giunge ad esito con la condanna del sindaco Fabrizio Fè e del Responsabile dell’Ufficio Tecnico.
La sentenza del Tribunale di Siena ristabilisce la giustizia fattuale ma purtroppo non potrà mai restituire alla Quercia delle Checche ciò che insipienza e arroganza le hanno tolto e per noi, che abbiamo sempre agito con passione e dedizione volontaristica, rimane un grande dolore. Certo l’Associazione continuerà ad impegnarsi con la tenacia e la determinazione di sempre chiedendo, a partire dal giorno dopo l’esito elettorale, la costituzione del Comitato Tecnico Scientifico per il monitoraggio e la salvaguardia della Quercia delle Checche che a tutt’oggi non esiste ancora e le cui competenze sarebbero demandate al responsabile Riccardo Fè, condannato con la presente sentenza, e ad una funzionaria della Soprintendenza che non si è mai in precedenza occupata di alberi. E i paradossi continuano”.