POGGIBONSI. Il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani sono stupiti per i toni, le inesattezze, le insinuazioni e l'arroganza del PD di Poggibonsi rispetto alla questione della gestione della rete idrica e ritengono che sia necessario rispondere punto su punto alle esasperate affermazioni apparse sulla stampa.
Per quanto riguarda la questione dell'acqua il PD afferma che "non basta mettere la sigla 'pubblico' sul gestore per avere acqua potabile per tutti alle cannelle delle nostre
abitazioni": nessuno lo ha sostenuto, ma evidentemente la riduzione di investimenti sulla rete a seguito dell'ingresso del gestore misto (con aumenti esponenziali delle tariffe, non dimentichiamolo), sta a dimostrare che il modello non funziona.
Non basta dire che l'acqua è pubblica, evidentemente, ma tale aspetto non è neppure marginale: infatti, avere dei privati che intervengono, aumenta il flusso di denaro dai cittadini verso profitti improduttivi per la collettività. Per il resto il documento presentato in Consiglio Comunale non nascondeva nessun problema, tantomeno dichiarava di essere risolutivo nella complessità della tematica: esso metteva semplicemente il Comune di fronte ad una scelta, o si modifica lo Statuto per impedire la rapina del sistema idrico o si consegna l'acqua alle multinazionali, come auspicato dal Governo. Su questo il PD sembra trovare, nell'ultimo comunicato, una via di mezzo ancora più disastrosa: un pubblico proprietario delle reti che fa gli investimenti ed una gestione privatista. Si vuole forse togliere al gestore privato pure il minimo fastidio dovuto da qualsiasi minimale riparazione, che si rendesse necessaria per garantire la distribuzione della merce acqua? Ciò rappresenterebbe un suicidio immane, ma niente di nuovo sotto il sole: socializzare le perdite per garantire ancora meglio i profitti a pochi.
Da un punto di vista politico generale, rispetto alle accuse rivolteci di esasperato ideologismo, vale la pena sottolineare che i nostri partiti puntano a rappresentare proprio quegli ideali e quei valori, che PDS/DS/PD hanno da tempo abbandonato per abbracciare l'ideologia neoliberale (ovvero quello che nel nostro Paese si vuole imporre come pensiero unico). Accusare gli altri di ideologismo, per poi perseverare negli errori determinati da un modello privatistico, tutto ideologico, che evidentemente non funziona (e dal quale il PD sembra comunque ancora abbagliato), sembra piuttosto folle, almeno che si voglia disconoscere come la spinta alle privatizzazioni, alla svendita delle aziende e dei beni pubblici (abbondantemente alimentata dal centrosinistra italiano) non sia stata parte della spallata liberista allo stato sociale, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti in termini di qualità della vita. Per quanto riguarda la nostra posizione in Parlamento la cosa è abbastanza nota: i comunisti sono fuori dal Parlamento grazie alla politica del PD, che ha preferito sottrarre voti a sinistra, mettere sbarramenti pur di recuperare pochi consensi, che non hanno tuttavia impedito di lasciare campo libero a Berlusconi, alla destra ed alla Lega. Ma i comunisti sono anche in grado di fare autocritica rispetto ai propri errori: la nostra emorragia di consensi è evidentemente dovuta, anche e soprattutto, all'estrema lealtà dimostrata nel sostenere fino in fondo un Governo fallimentare, come quello guidato da Prodi, il quale ha tradito tutte le aspettative dei propri elettori.
Per quanto riguarda la questione dell'acqua il PD afferma che "non basta mettere la sigla 'pubblico' sul gestore per avere acqua potabile per tutti alle cannelle delle nostre
abitazioni": nessuno lo ha sostenuto, ma evidentemente la riduzione di investimenti sulla rete a seguito dell'ingresso del gestore misto (con aumenti esponenziali delle tariffe, non dimentichiamolo), sta a dimostrare che il modello non funziona.
Non basta dire che l'acqua è pubblica, evidentemente, ma tale aspetto non è neppure marginale: infatti, avere dei privati che intervengono, aumenta il flusso di denaro dai cittadini verso profitti improduttivi per la collettività. Per il resto il documento presentato in Consiglio Comunale non nascondeva nessun problema, tantomeno dichiarava di essere risolutivo nella complessità della tematica: esso metteva semplicemente il Comune di fronte ad una scelta, o si modifica lo Statuto per impedire la rapina del sistema idrico o si consegna l'acqua alle multinazionali, come auspicato dal Governo. Su questo il PD sembra trovare, nell'ultimo comunicato, una via di mezzo ancora più disastrosa: un pubblico proprietario delle reti che fa gli investimenti ed una gestione privatista. Si vuole forse togliere al gestore privato pure il minimo fastidio dovuto da qualsiasi minimale riparazione, che si rendesse necessaria per garantire la distribuzione della merce acqua? Ciò rappresenterebbe un suicidio immane, ma niente di nuovo sotto il sole: socializzare le perdite per garantire ancora meglio i profitti a pochi.
Da un punto di vista politico generale, rispetto alle accuse rivolteci di esasperato ideologismo, vale la pena sottolineare che i nostri partiti puntano a rappresentare proprio quegli ideali e quei valori, che PDS/DS/PD hanno da tempo abbandonato per abbracciare l'ideologia neoliberale (ovvero quello che nel nostro Paese si vuole imporre come pensiero unico). Accusare gli altri di ideologismo, per poi perseverare negli errori determinati da un modello privatistico, tutto ideologico, che evidentemente non funziona (e dal quale il PD sembra comunque ancora abbagliato), sembra piuttosto folle, almeno che si voglia disconoscere come la spinta alle privatizzazioni, alla svendita delle aziende e dei beni pubblici (abbondantemente alimentata dal centrosinistra italiano) non sia stata parte della spallata liberista allo stato sociale, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti in termini di qualità della vita. Per quanto riguarda la nostra posizione in Parlamento la cosa è abbastanza nota: i comunisti sono fuori dal Parlamento grazie alla politica del PD, che ha preferito sottrarre voti a sinistra, mettere sbarramenti pur di recuperare pochi consensi, che non hanno tuttavia impedito di lasciare campo libero a Berlusconi, alla destra ed alla Lega. Ma i comunisti sono anche in grado di fare autocritica rispetto ai propri errori: la nostra emorragia di consensi è evidentemente dovuta, anche e soprattutto, all'estrema lealtà dimostrata nel sostenere fino in fondo un Governo fallimentare, come quello guidato da Prodi, il quale ha tradito tutte le aspettative dei propri elettori.