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POGGIBONSI. Da Rifondazione Comunista- Comunisti Italiani riceviamo e pubblichiamo.
"Il gruppo consiliare “Rifondazione Comunista – Comunisti Italiani”, come comunicato precedentemente alla stampa, aveva presentato al Consiglio Comunale di Poggibonsi un ordine del giorno per respingere gli effetti del Decreto Legge 135/09, il quale sancisce che i servizi pubblici locali (ed in primis l’acqua) sono di rilevanza economica, prevedendo la loro completa privatizzazione. Il documento, discusso nella seduta del Consiglio Comunale del 12 novembre, che ha ricevuto un voto favorevole dallo stesso gruppo PRC/PdCI e dall’IDV, chiedeva perciò di modificare lo Statuto comunale, includendo l’acqua tra i beni privi di rilevanza economica (così come fatto da importanti Comuni italiani come Genova, Ferrara, Napoli, Caserta e decine di altri), il che avrebbe permesso il recupero della gestione pubblica del servizio idrico.
I voti favorevoli non hanno permesso però la sua approvazione. Nella stessa seduta del Consiglio Comunale, PD, PDL e Lista Civica, respingendo l’ordine del giorno del gruppo comunista, si sono assunti la responsabilità dell’inesorabile privatizzazione del servizio idrico integrato a partire dal 31 dicembre 2011 (come previsto dallo stesso DL 135/09) e delle sue altrettanto inesorabili conseguenze: basti ricordare come, la pur seppur parziale liberalizzazione del servizio, abbia portato un aumento esponenziale delle tariffe a fronte di una riduzione degli investimenti sulla rete. È emersa una visione assai affine tra centro-destra e PD, che non riesce a fare a meno di considerare l’acqua come une merce fra tante e la sua vendita una semplice questione regolata dal mercato. Si afferma di nuovo la solita ideologia, che ha dominato le scelte privatistiche (fallimentari) degli ultimi 20 anni: altrimenti non si capisce come, nonostante venga riconosciuta da parte del PD la necessità di governare l’offerta ed i prezzi dell’acqua, si respinga l’unica soluzione possibile per mettere in pratica quanto sostenuto (ovvero le modifiche richieste da Rifondazione e Comunisti Italiano nello Statuto comunale ed il ritorno ad una gestione pubblica).
"Il gruppo consiliare “Rifondazione Comunista – Comunisti Italiani”, come comunicato precedentemente alla stampa, aveva presentato al Consiglio Comunale di Poggibonsi un ordine del giorno per respingere gli effetti del Decreto Legge 135/09, il quale sancisce che i servizi pubblici locali (ed in primis l’acqua) sono di rilevanza economica, prevedendo la loro completa privatizzazione. Il documento, discusso nella seduta del Consiglio Comunale del 12 novembre, che ha ricevuto un voto favorevole dallo stesso gruppo PRC/PdCI e dall’IDV, chiedeva perciò di modificare lo Statuto comunale, includendo l’acqua tra i beni privi di rilevanza economica (così come fatto da importanti Comuni italiani come Genova, Ferrara, Napoli, Caserta e decine di altri), il che avrebbe permesso il recupero della gestione pubblica del servizio idrico.
I voti favorevoli non hanno permesso però la sua approvazione. Nella stessa seduta del Consiglio Comunale, PD, PDL e Lista Civica, respingendo l’ordine del giorno del gruppo comunista, si sono assunti la responsabilità dell’inesorabile privatizzazione del servizio idrico integrato a partire dal 31 dicembre 2011 (come previsto dallo stesso DL 135/09) e delle sue altrettanto inesorabili conseguenze: basti ricordare come, la pur seppur parziale liberalizzazione del servizio, abbia portato un aumento esponenziale delle tariffe a fronte di una riduzione degli investimenti sulla rete. È emersa una visione assai affine tra centro-destra e PD, che non riesce a fare a meno di considerare l’acqua come une merce fra tante e la sua vendita una semplice questione regolata dal mercato. Si afferma di nuovo la solita ideologia, che ha dominato le scelte privatistiche (fallimentari) degli ultimi 20 anni: altrimenti non si capisce come, nonostante venga riconosciuta da parte del PD la necessità di governare l’offerta ed i prezzi dell’acqua, si respinga l’unica soluzione possibile per mettere in pratica quanto sostenuto (ovvero le modifiche richieste da Rifondazione e Comunisti Italiano nello Statuto comunale ed il ritorno ad una gestione pubblica).