In una lettera aperta lo invita a fare dei distinguo social...
CHIUSI. Frequentando il mondo di Facebook e dei social, capita spesso di vedere post del sindaco che risuonano come proclami sulla realtà politica nazionale e locale, con tanto di affreschi propagandistici del nostro paesello. Rimaniamo attoniti di fronte ai sentimenti da tifoseria che questi post suscitano tra gli amici di Bettollini. Centinaia di “like” e tanti (troppi) commenti in cui viene scritto “bravo Juri”, “grande sindaco”, “complimenti”, “sei il più forte”…
Ma complimenti e bravo per cosa? Il sindaco di una città ha il dovere di amministrarla e Bettollini lo fa in modo del tutto normale, senza neppure troppa originalità. E allora come si spiega questo tifo? Ormai anche i social diventano veicolo di propaganda e consenso; il nostro sindaco gioca bene su Facebook, ha capito che quello è un terreno su cui anche chi non si esprime mai, trova uno strumento semplice per dire la sua (che però si limita al tifo, appunto). Sotto i suoi post si dividono le posizioni; si sta da una parte o dall’altra.
Ma la Politica non è agonismo! O almeno nella nostra concezione di Politica, non riteniamo opportuno che venga sminuita a ciò. Pensiamo, invece, che dal confronto e dalla collaborazione sia possibile creare qualcosa di più complesso per far sì che non ci fermiamo alla normale e consueta amministrazione che qualsiasi ufficio tecnico è in grado di svolgere e si possa dare nuovo impulso alle politiche cittadine. Per cui, sindaco, ben vengano idee e opinioni diverse sui social, piuttosto che vuoto consenso.
Il social network, il cui utilizzo non demonizziamo, non è uno strumento unidirezionale, ma comporta un’interazione tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini, proprio per colmare le eventuali distanze e difficoltà comunicative; i social devono rappresentare importanti opportunità di dialogo e confronto. Resta però l’ambiguo e irrisolto interrogativo per cui “il profilo del sindaco è privato o rappresenta la pubblica amministrazione?”
Il confine è molto labile: è facile in questi casi intrecciare il privato con il pubblico e questo crea inevitabilmente confusione. Una soluzione di cui il sindaco potrebbe farsi carico può essere trovata nel differenziare nettamente i due profili, uno di “Juri Bettollini”, quale cittadino privato, e uno del “sindaco della città di Chiusi Juri Bettollini”; tanti professionisti utilizzano questa formula e molti sindaci hanno pagine ufficiali distinte dai profili privati (Luigi De Magistris, Leoluca Orlando, Filippo Nogarin per fare alcuni esempi). In questo modo Bettollini potrà “postare” o “twittare” su se stesso e la sua vita privata e il sindaco di Chiusi potrà informare la cittadinanza di cosa succede nel nostro paese. Lo invitiamo, pertanto, a prendere atto di quanto richiesto, cosicché non si ripetano spiacevoli episodi quali post che invitano a votare “SI’” al referendum costituzionale, riportati dal primo cittadino, sindaco di tutti (anche di quelli che hanno votato NO).
Su Facebook è presente anche una pagina ufficiale del Comune della città di Chiusi che dovrebbe essere utilizzata per la condivisione di informazioni su tematiche di interesse generale, per la segnalazione di eventi o per comunicazioni di pubblica utilità. Spesso la pagina diventa una celebrazione dell’operato della giunta, con tanto di foto patinate ed autoelogi e finisce per creare una confusione evidente tra la dimensione di comunicazione istituzionale e quella di comunicazione politica, visto che la bacheca viene usata per sostenere le campagne politiche dei soggetti eletti.
Chi gestisce la pagina Facebook? L’addetto stampa del Comune? Come gli è stato dato l’incarico? Oppure il sindaco o gli assessori? Sulla carta nessuno avrebbe titolo formale a creare un presidio Facebook per l’amministrazione, nella pratica pressoché chiunque si sente titolato a farlo, spesso senza alcun raccordo o coordinamento organizzativo con gli altri uffici dell’Ente. Inoltre non abbiamo trovato nessun tipo di regolamento o disciplinare sull’utilizzo della pagina Facebook comunale approvato con delibera di Consiglio o di giunta. Chiediamo che si provveda quanto prima a ciò.
Ci auguriamo che il sindaco metta in atto quanto richiesto, per una migliore fruibilità della comunicazione tra l’Amministrazione e i cittadini e per evitare quella fastidiosa confusione di ruoli per cui, non sempre, tutti ci sentiamo rappresentati da chi amministra.
Gruppo Possiamo-Sinistra per Chiusi