Sabato 29 dicembre cerimonia per ricordare le bombe. Domani, 28 dicembre al cippo dedicato a Papà Cervi in onore dei sette fratelli Cervi uccisi 81 anni fa
“Ricordare è un dovere morale nei confronti di chi ha perso la vita, gli affetti, tutto ciò che aveva e nei confronti di chi patisce oggi gli stessi drammi, la stessa ingiustizia, la stessa paura – dice la sindaca Susanna Cenni – La nostra città ha una storia di impegno civico e democratico, segnata dalla guerra e dalla distruzione ma anche dalla ricostruzione e dalla capacità che i Poggibonsesi hanno avuto di rimboccarsi le maniche. Purtroppo oggi, mentre ricordiamo la distruzione della nostra città, abbiamo davanti a noi altre immagini di distruzioni, di Gaza, dell’Ucraina. Ecco, aver cura della nostra memoria significa ricordare le nostre radici e il nostro costante impegno per la pace e la democrazia”.
La storia. Il 29 dicembre 1943 alle 13,15 l’aria si riempì del rombo cupo delle “fortezze volanti”, i bombardieri delle truppe Alleate. Pochi istanti e una pioggia di bombe cadde sulla città. Furono momenti terribili. Alla prima ondata ne seguì una seconda, ancor più devastante. Case, fabbriche, vie e piazze del centro vennero abbattute e distrutte. Sotto le macerie si contarono 105 morti e centinaia di feriti. Il 75 per cento degli edifici venne distrutto. Poggibonsi pagò un tributo enorme in termini di vittime e di distruzione. Il bombardamento del 29 dicembre era stato preceduto da quelli avvenuti ai primi di novembre e due giorni prima, il 27 dicembre, che colpirono la zona di Romituzzo e del cimitero e di Montelonti. Poi le incursioni aeree dei bombardieri continuarono fino a tutto aprile. Poggibonsi infatti era al centro di un importante nodo stradale e ferroviario ritenuto dagli Alleati di notevole importanza strategico militare.