E’ notizia di questi giorni che l’associazione Il Pigio, dopo aver fatto realizzare i Boccioni ad artisti quali Sani Piero, Claudio Giomi, Alberto Buiani, Alessandro Grazi e non ultimo Giuseppe Calonaci ha chiesto all’artista Armando Scaramucci l’intervento per la realizzazione dell’opera che sarà posta in palio durante la contesa della ormai tradizionale gara di pigiatura.
Armando Scaramucci è un artista di fama internazionale, tante le suo opere in giro per il mondo. Nato a Lucca nel 1941 vive e opera a Pieve Santo Stefano, nella Tenuta di Forci. Inizia a dipingere sul finire degli anni Sessanta. Premi, mostre collettive e partecipazioni a concorsi locali, regionali e poi nazionali, segnano le prime stagioni della sua attività, com'è nella consuetudine di chi intraprende autonomamente, per propria intima vocazione, la strada dell'arte.
Scaramucci è il maestro degli effetti speciali. I suoi dipinti sospesi a mezz'aria, spesso con acqua e fuoco al centro delle rappresentazioni, disegnano scenari che s'avvicendano a narrare un racconto tutto loro. Le loro dimensioni contenute, anche quando ridotte al minimo, s'ingigantiscono nella mente di chi li osserva, come nei grandiosi schermi sui quali si proiettano, in sequenze incalzanti, le manifestazioni splendide e terribili delle forze della natura.
“Il rapporto con Scaramucci nasce grazie alla collaborazione intrapresa l’anno scorso con il noto esperto d’arte Corrado Marsan, che in qualità di presidente di giuria ha confermato un contributo importante alla nostra manifestazione. Nel percorso di crescita della festa abbiamo anche deliberato l’ulteriore incremento di 500 vessilli, che serviranno ad arricchire quello scenario e spirito festoso che anima la nostra Poggibonsi in quei giorni DiVini.” Queste le parole di Alessandro Ghizzani confermato segretario anche per l’edizione 2009.
CURRICULUM ARMANDO SCARAMUCCI
1986-1992
Firenze, Galleria d'arte moderna II Cenacolo, 1986, "quelli di via della Stufa". Forme e interpretazioni dell 'arte: Gabri Angeli, Tahir Aziz, Sergio Betti, Ranieri Fabbri, Giorgio Giorgetti, Mauro Giuli, Ugo Giulianetti, Sandro Grida, Arturo Morsili, Mario Martinelli, Lucia Mongardi, Eleonora Rossi, Marisa Santarlasci, Armando Scaramucci. La mostra Forme e interpretazioni dell 'arte del gruppo "quelli di via della Stufa" si tiene successivamente: nel 1988, al Centro Culturale Italiano di Berna e alla Mission Catholique Italienne di Ginevra; nel 1989, a Palazzo Cocchi-Donati Serristori di Firenze; nel 1990, alla Galleria Colonie Libere Italiane di Zurigo; nel 1991, all'Istituto Italiano di Cultura di San Francisco; nel 1991-1992, al Caffè Di Simo a Lucca; nel 1995, al Circolo Ufficiali di Livorno.
Non è facile, a Lucca, trovare Via della Stufa. È esclusa dal percorso 'forzato' del turismo incolonnato, è evitata dal passeggio, rito al quale i lucchesi non possono rinunciare. Per trovare Via della Stufa bisogna andarci e bisogna sapersi destreggiare fra un dedalo di strade. Una via anonima, ma non sguaiata, non sconvolta dalle ottundenti novità che alterano il volto anche della nostra piccola città, non chiassosa. Una via congeniale per un sodalizio artistico. Un gruppo di pittori lucchesi ha trovato qui il suo luogo reale d'incontro e di scambio di esperienze. L'ha eletta a spazio ideale; l'ha adottata come emblema e come ragione della sua esistenza, in quanto vincolo di collaborazione e di amicizia. È divenuta così un luogo di comunione artistica; ha assunto nella toponomastica cittadina uno specifico connotato, ha acquistato una certa patina di nobiltà, da quando, appunto, ci sono "quelli di Via della Stufa"[…]. Il loro legame dura da almeno dieci anni. È dunque già parte di una vicenda ed in questo arco di tempo "quelli di Via della Stufa", con mostre in Italia e all'estero, hanno già ampiamente fornito le prove della consistenza e della vitalità del loro gruppo (Umberto Sereni, 1991).
1991
Pieve Santo Stefano di Lucca, Villa Forci, Mostra collettiva: Marie Luise Anzinger,
Sigfried Anzinger, Johan Lillieskjold, Waller Hardress, Nicola Lazzari, Armando
Scaramucci.
Nell'incomparabile cornice della sua dimora in Lucchesia, vive e lavora nell'azienda agricola presso l'antica, imponente villa padronale che sostiene – con solenne dignità – la prova del tempo in tacita gara con gli alberi secolari che la circondano. La lunga teoria delle leggiadre logge s'affaccia sul vasto anfiteatro dell'ampia vallata che si chiude sullo sfondo, a livello di sguardo, nel profilo dei colli colline cupi di vegetazione… (Carlo Pedretti, 2003).
1992
Lucca, Caffè Di Simo, prima Mostra personale.
1994
Esce il volume Armando Scaramucci, a cura di Dino Carlesi, Bandecchi & Vivaldi,
Pontedera.
Il modello 'di tutti i giorni' gli si incrina dentro a favore di una più suggestiva partecipazione a quel modello mentale che gli artisti hanno il potere di recuperare in sede di rievocazione memoriale: ormai, infatti, è la memoria a suggerirgli la realtà da dipingere, le geometrie dei campi, la dilatazione dei cieli. La sua aspirazione rimane una rappresentazione che riesce a dare vita ad una sorda materia naturale che tende a porsi come impassibile e neutra: importante è ridurla a metafora poetica, riempirla di umori propri, farne il simbolo della propria personalità … (Dino Carlesi, 1994).
1995
Lucca, Galleria Pantera, Mostra personale.
Bonn, Europaisches Kulturzentrum, Villa Rolandseck, Mostra personale. Barga di Lucca, Galleria II Marzocco, Giorgio Giorgetti e Armando Scaramucci.
1996
Bonn, Europaisches Kulturzentrum, Villa Rolandseck, Weihnachtsausstellung: Bele Bachem, Arie Brauer, Lilia Dinere, Ernst Fuchs, Miguel Fabrucini, Lorenzo Fonda, Gisa Hausmann, Rudolf Hausner, Titus Lerner, Michael Maschka, Tomas Nittner, Marette Onodera, Riccardo Nanninì, Armando Scaramucci.
1998
Monsummano Tenne, Pistoia, Fattoria Medicea, Mostra personale, testimonianza di
Faustina Tori.
Le sue immagini, sia che rappresentino le campagne lussureggianti della sua terra oppure spiagge desolate, sono sempre caratterizzate da strutture e tagli compositivi, come se egli volesse riprodurre un giornaliero approdo, rinnovato da gamme cromatiche di forte naturalismo… (Faustina Tori, 1998).
1999
Prato, Galleria d'Arte La Spirale, Mostra personale, testimonianze di Dino Carlesi e
Faustina Tori.
Viareggio, Centro Culturale Mercurio, Confini. Opere di Armando Scaramucci.
Montecatini, Tenne Tamerici, Mostra personale, testimonianze di Faustina Tori e Pier Francesco Bernacchi.
La pittura di Armando Scaramucci ha una certa complessità narrativa. Ci parla di una natura e di paesaggi, ma non nella loro forma esteriore bensì come 'sentimento delle cose', o meglio del suo viaggio per arrivare al tratto pittorico. È un viaggio ulteriore, fantastico, mutevole di momento in momento, è la grande capacità di un creativo spontaneo di andare al di là della semplice rappresentazione delle cose del mondo, per affidarle poi al colore e alla luce (Pier Francesco Bernacchi, 1999).
2000
Firenze, Saletta Mentana, Mostra personale del pittore Armando Scaramucci,
testimonianza di Tommaso Paloscia.
Ho nella memoria olì e tecniche miste che abbondantemente rappresentano la produzione dell'ultimo decennio: da quando il cielo è ancora il cielo della nostra infanzia e i vigneti di Valgiano e le case e gli alberi hanno forme sufficientemente definite per individuarne la specie; e il paesaggio maremmano si rappresenta nella sua affascinante crudezza o nelle geometriche ripartizioni dei campi coltivati, che forniscono la prova della presenza dell'uomo, sempre latitante nell'orgia di una paesistica ordinata o sconvolta a seconda dell'enfasi della riproposta. E a un tratto una Spiaggia libera, una tela verticale del 1993, nella diffusa monocromia appena
interrotta da un 'filo' di mare stentatamente leggibile, e tuttavia assai vivace, a fare da orizzonte alto al colpo d'occhio (Tommaso Paloscia, 2000).
2001
Volterra, Logge di Palazzo Pretorio, Armando Scaramucci. Le scale del giorno. La mostra – corredata dall'omonimo volume monografico, a cura di Giuseppe Cordoni, testimonianza di Clizia Orlando, Associazione Caleidoscopio, Massarosa, Lucca, 2001 – si tiene successivamente: al Centro Espositivo delle Erbe di Carrara, e alla Galleria d'Arte Contemporanea Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano.
Di fronte a queste tele non viviamo la liricità del paesaggio quale veduta, ma ascoltiamo una Natura presente come respiro, come atmosfera, come ricordo. E proprio in questa connessione di sensi, l'artista riesce ad evocare una soggettivizzazione dello spazio, una nuova percezione della dimensione che ci circonda, strettamente legata alla fruizione psicologica del tempo (Clizia Orlando, 2001).
Firenze, Società Dante Alighieri, Le stanze del cuore, recital a cura di Corrado Marsan, elementi scenici di Armando Scaramucci.
2002
Borgo a Buggiano, Pistoia, Galleria Malù, Mostra collettiva: Dariush, Possenti,
Benvenuti, Scaramucci.
Noicàttaro, Bari, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, "Contemporanea ". Donazioni, 1. Armando Scaramucci. Due dipinti: "Memoria dell'alba", "Terra di Puglia ", testimonianza di Francesco Gurrieri. Intervento di Corrado Marsan.
Cremona, Immagini Spazio Arte, Mostra personale.
2003
Milano, Associazione Sassetti Cultura, L'attualità del Caravaggio nelle opere di trenta
artisti, a cura di Raffaele De Grada.
Firenze, Aspasia Bottega d'Arte, Armando Scaramucci. Le stanze della Luna. Dipinti recenti. Intervento di Corrado Marsan.
2004
San Domenico di Fiesole, SpazioArte Le Lance, Armando Scaramucci. Dell 'acqua e del fuoco. Dipinti 2000-2004, testimonianza di Carlo Pedretti, con una poesia di Emiddio Pietraforte. Interventi di Franco Bulletti, Francesco Gurrieri e Corrado Marsan. La mostra si tiene successivamente a Bruxelles, Commission Européenne, Salle "Le Foyer". L'itinerario della manifestazione è costantemente segnalato sul quotidiano "II Tirreno" da Domenico Acconci.
San Domenico di Fiesole, SpazioArte Le Lance, I segni di Firenze. Pittori e scultori a confronto, a cura di Francesco Gurrieri e Corrado Marsan.
2005
San Domenico di Fiesole, SpazioArte Le Lance, I segni di Firenze. 3 – Venticinque
artisti a confronto, a cura di Francesco Gurrieri e Corrado Marsan.
Vaglia del Mugello, Teatro dell'Uovo, e Firenze, Gruppo Donatello. Due nuove personali di Armando Scaramucci sui cicli Dell 'acqua e del fuoco, testimonianza di Francesco Gurrieri. Interventi di Corrado Marsan e Domenico Viggiano.
Los Angeles, 4 marzo 2005. Dalla solare California desidero far pervenire un affettuoso e caloroso saluto ad Armando Scaramucci, pittore dell'acqua e del fuoco, e agli amici e colleghi che lo celebrano nella festosa e accogliente intimità dell' Uovo di Colombo, la fascinosa taverna dove il teatro è di casa, e dove anche gli avventori sono insieme spettatori e attori. Ma questa sera Scaramucci è qualcosa di più. È il maestro degli effetti speciali. I suoi dipinti sospesi a mezz'aria sono altrettanti scenari che s'avvicendano a narrare un racconto tutto loro. Le loro dimensioni contenute, anche quando ridotte al minimo, s'ingigantiscono nella mente di chi li osserva, come nei grandiosi schermi sui quali si proiettano, in sequenze incalzanti, le manifestazioni splendide e terribili delle forze della natura. Nella pittura di Scaramucci, l'acqua che s'infrange spumosa sulla roccia sembra evocare il fragore di una conflagrazione, come nella pirotecnìa dei suoi incendi territoriali. E così l'effetto speciale si fa anche sonoro, e la mente di chi lo sa ascoltare può anche sentire, in lontananza, i tuoni colorati. Carlo Pedretti