di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Grande cena della vittoria per la contrada di Castello. Il maltempo faceva temere una presenza ridotta di sostenitori, ma all'appuntamento, nonostante la pioggia battente, si sono presentati in molti, dimostrando un attaccamento alla contrada al di là di ogni aspettativa. Ricco e appetitoso il menu; gli addetti alla cucina, in mancanza delle apparecchiature di contrada, sono dovuti ricorrere ai mezzi della Protezione Civile e si temeva qualche difficoltà nella preparazione delle vivande. Tutto invece è andato per il meglio e unanime è stato l'apprezzamento degli oltre 300 commensali. Riuscitissima anche l'organizzazione della festa sotto il tendone del tennis anziché nella familiare e suggestiva cornice di piazza Castello.
Il tema di fondo non poteva essere che quello della "doppietta", ossia della seconda vittoria consecutiva, conseguita ancora una volta con la forte cavalla La Nera, montata da Antonio Siri, detto Improvviso, sostituto dello squalificato Andrea Mari, detto Brio, che l'anno scorso riportò il sorriso nella contrada rossoverde dopo un digiuno di nove anni. E con quella di quest'anno sono sei le vittorie da quando il palio ha ripreso, nel 1979, a essere disputato con regolarità (1980, 1989, 1994, 1998 le precedenti). Se l'anno passato il tema dominante, per non dire esclusivo, era costituito dalla "nerbata" che Brio assestò a Clemente, fantino di Borgo, indiscusso dominatore dei palii dell'ultimo decennio (come a indicare la fine, o comunque un'interruzione, di una supremazia), quest'anno il "non c'è due senza tre" ha fatto più volte capolino, non soltanto come sottinteso. Tutto però all'insegna della moderazione e del fair play. Grande rispetto e comprensione per la contrada di Coro, esclusa dalla corsa per un infortunio – rivelatosi poi non grave – del cavallo e qualche garbato sfottò per la nemica di sempre, la contrada di Borgo, che anche i dirigenti invitati alla cena hanno accolto con un sorriso non di circostanza. Insomma grande soddisfazione nel rione, riparatrice della fatica dei tanti contradaioli che si sono prodigati fino a tutto il giorno successivo alla festa nella organizzazione e nello smontaggio degli impianti e delle attrezzature. Una vittoria costruita, unendo le varie sinergie della contrada, dalla dirigenza al più umile sostenitore, prima durante e dopo la carriera. Il palio è anche questo.