di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Un oh spontaneo di partecipata meraviglia, seguito da un lungo scrosciare di applausi, ha accolto la presentazione del drappellone di Carlo Cesare Sassi per il prossimo palio del 18 agosto in onore della Madonna di San Pietro. Si tratta di un drappellone che parte da un motivo occasionale, il 40° anniversario della fondazione della casa famiglia della Comunità della Resurrezione voluta da don Zelio Vagaggini, presente ma rimasto in disparte e commosso, per arrivare a ribadire i valori, anche laici, della solidarietà, ma senza perdere mai di vista, nonostante la forte suggestione, che un palio, oltre che ad avere valore artistico, è comunque un premio alle contrade e insieme un ribadire la solennità ma soprattutto la serenità di una festa. Certamente non si tratta di un palio semplice, nonostante l'essenzialità dei motivi pittorici che lo distinguono dai palii precedenti, ricchi, particolareggiati, talvolta affollati: uno sfondo rosa in cui si stagliano potenti in azzurro i personaggi. E' un palio, nato da un sogno, in cui l'elemento principale sotto il profilo della grafica è rappresentato dal cavallo, da sempre considerato dall'uomo come animale particolare. Vi si possono individuare tre parti, partendo dal basso. La prima è costituita dal cavallo caduto, ma insieme è caduto anche il cavaliere: E' il simbolo di chi, dopo essere vissuto nel degrado sociale, viene accolto nella casa famiglia per risorgere ("la mano protesa verso la speranza di un cammino vero, sicuro", si legge nella cornice del drappellone). La seconda parte è costituita dai due cavalieri che non sono fantini ma angeli, i simboli della rinascita. In alto, nella terza parte, i cavalli liberi di volare verso la Madonna di San Pietro rappresentano la Resurrezione. Nessuna presenza di accenni scaramantici da sempre ricercati dai contradaioli; evidenti solo le sensazioni reali del passaggio della vita e della morte nel contrasto forte tra il rosa e l'azzurro. L'autore, il noto scultore e pittore, nonché cardiochirurgo, Carlo Cesare Sassi, non ha mancato di sottolineare le collaborazioni cui è ricorso, quella di un esperta di iconografica e di araldica, Cecilia Rigacci, e quella del poeta Federico Onoferi, per tutti i motivi ma in modo particolare per l'invocazione alla Madonna, ma per lui dipingere questo drappellone "è stata un'occasione straordinaria, come ripercorrere i secoli all'incontrario, come dipingere l'abside di una chiesa", con l'aggravio di dover affrontare il tema della Resurrezione. "Il cavallo, ha aggiunto l'artista, è da sempre un simbolo rituale anche nella mia concezione: animale pieno di muscoli, potentissimo, emblema delle qualità migliori dell'uomo". Poche ma espressive le parole della grafica senese Cecilia Rigacci, che dopo aver fatto cenno al carattere medievale del dipinto ha aggiunto: "Provengo da una città dove la passione è tutto". Insieme al drappellone è stato presentato il "cupello", un piatto che, similmente al masgalano, viene assegnato alla contrada che sfila meglio, quest'anno opera dell'artista Anna Galluppi, con la quale si ritorna, dopo tante sperimentazioni e novità, al cupello classico, in cotto. La presentazione è stata anche l'occasione per ricordare l'opera di un'altra artista di nome Sassi, Laura, autrice della scenografia che quest'anno farà da cornice alla carriera.
PIANCASTAGNAIO. Un oh spontaneo di partecipata meraviglia, seguito da un lungo scrosciare di applausi, ha accolto la presentazione del drappellone di Carlo Cesare Sassi per il prossimo palio del 18 agosto in onore della Madonna di San Pietro. Si tratta di un drappellone che parte da un motivo occasionale, il 40° anniversario della fondazione della casa famiglia della Comunità della Resurrezione voluta da don Zelio Vagaggini, presente ma rimasto in disparte e commosso, per arrivare a ribadire i valori, anche laici, della solidarietà, ma senza perdere mai di vista, nonostante la forte suggestione, che un palio, oltre che ad avere valore artistico, è comunque un premio alle contrade e insieme un ribadire la solennità ma soprattutto la serenità di una festa. Certamente non si tratta di un palio semplice, nonostante l'essenzialità dei motivi pittorici che lo distinguono dai palii precedenti, ricchi, particolareggiati, talvolta affollati: uno sfondo rosa in cui si stagliano potenti in azzurro i personaggi. E' un palio, nato da un sogno, in cui l'elemento principale sotto il profilo della grafica è rappresentato dal cavallo, da sempre considerato dall'uomo come animale particolare. Vi si possono individuare tre parti, partendo dal basso. La prima è costituita dal cavallo caduto, ma insieme è caduto anche il cavaliere: E' il simbolo di chi, dopo essere vissuto nel degrado sociale, viene accolto nella casa famiglia per risorgere ("la mano protesa verso la speranza di un cammino vero, sicuro", si legge nella cornice del drappellone). La seconda parte è costituita dai due cavalieri che non sono fantini ma angeli, i simboli della rinascita. In alto, nella terza parte, i cavalli liberi di volare verso la Madonna di San Pietro rappresentano la Resurrezione. Nessuna presenza di accenni scaramantici da sempre ricercati dai contradaioli; evidenti solo le sensazioni reali del passaggio della vita e della morte nel contrasto forte tra il rosa e l'azzurro. L'autore, il noto scultore e pittore, nonché cardiochirurgo, Carlo Cesare Sassi, non ha mancato di sottolineare le collaborazioni cui è ricorso, quella di un esperta di iconografica e di araldica, Cecilia Rigacci, e quella del poeta Federico Onoferi, per tutti i motivi ma in modo particolare per l'invocazione alla Madonna, ma per lui dipingere questo drappellone "è stata un'occasione straordinaria, come ripercorrere i secoli all'incontrario, come dipingere l'abside di una chiesa", con l'aggravio di dover affrontare il tema della Resurrezione. "Il cavallo, ha aggiunto l'artista, è da sempre un simbolo rituale anche nella mia concezione: animale pieno di muscoli, potentissimo, emblema delle qualità migliori dell'uomo". Poche ma espressive le parole della grafica senese Cecilia Rigacci, che dopo aver fatto cenno al carattere medievale del dipinto ha aggiunto: "Provengo da una città dove la passione è tutto". Insieme al drappellone è stato presentato il "cupello", un piatto che, similmente al masgalano, viene assegnato alla contrada che sfila meglio, quest'anno opera dell'artista Anna Galluppi, con la quale si ritorna, dopo tante sperimentazioni e novità, al cupello classico, in cotto. La presentazione è stata anche l'occasione per ricordare l'opera di un'altra artista di nome Sassi, Laura, autrice della scenografia che quest'anno farà da cornice alla carriera.