I consiglieri di Per Monteriggioni, Lattanzio e Senesi, spiegano i motivi del loro voto contrario
MONTERIGGIONI. “Se questa delibera la potessimo raffigurare con un gioco, il migliore sarebbe il gioco delle tre carte”. Con queste parole i consiglieri del gruppo Per Monteriggioni, Raffaella Senesi e Fabio Lattanzio, commentano la delibera sulla Tari dell’amministrazione comunale. “L’amministrazione Frosini tenta di nascondere alcune verità fondamentali sulla Ta.ri e vorrebbe apparire come benefattore con i soldi dei cittadini, che hanno avuto meno servizi e di qualità più bassa, pur avendo pagato tasse più alte”.
La delibera sulle tariffe. “I fondi per contenere gli aumenti TA.RI – spiegano i due consiglieri – derivano per circa 127 mila euro dallo stanziamento del Fondo istituito dallo Stato come sostegno economico per la grave crisi generata dalla pandemia e per altri circa 65 mila euro da risorse comunali coperte con l’avanzo di amministrazione vincolato. A nostro avviso sono risorse molto basse visto che l’attuale amministrazione si è caratterizzata per un consistente aumento dell’addizionale Irpef, soprattutto per i redditi più bassi, cancellando la soglia minima di applicazione di 15 mila euro, provvedimento che colpisce principalmente famiglie monoreddito, lavoratori in cassa integrazione e pensionati. Altri circa 60 mila euro derivano dal conguaglio del gestore in favore dell’ente comunale. Con buona pace di chi diceva che l’eredità della passata amministrazione aveva generato un aumento della tariffa, lasciata in debito all’amministrazione successiva”.
“Ma entriamo nel merito della scelta fatta dall’amministrazione per la ripartizione del presunto beneficio di tariffa” proseguono Senesi e Lattanzio. “Una misera riduzione per le utenze domestiche, solo della parte variabile, finalizzata principalmente a contenere gli aumenti. Viene presentata come sostegno alle famiglie a seguito della dell’emergenza pandemica, ma viene ripartita fra tutte le utenze domestiche, indipendentemente dalla condizione economica vissuta durante tutto il periodo di emergenziale. Diversamente da quello che hanno fatto altre amministrazioni nei dintorni, indipendentemente dal colore politico. Praticamente, per l’attuale amministrazione, chi ha perso il lavoro o la sua principale fonte di reddito nel 2020 e 2021, non ha diritto ad essere sostenuto in modo concreto nel pagamento delle utenze, esattamente come indica ARERA con precise linee guida”.
“Analogo criterio – proseguono i consiglieri del gruppo Per Monteriggioni – si riscontra nell’applicazione degli sconti per le utenze non domestiche , dove si provvede ad uno sconto del 30 per cento per gli studi professionali, farmacie e tabacchi, supermercati, panifici, macellerie, generi alimentari e pescherie, e uno sconto del 10 per cento a ospedali, banche e istituti di credito. Pur di accontentare tutti, anche quelli che non hanno avuto problemi economici in questo periodo, vengono sottratte risorse a chi si trova in condizioni di vera difficoltà economica”.
Questione ARERA e calcolo del nuovo costo del servizio. “Per come ci ha illustrato l’amministrazione, il nuovo costo complessivo del servizio in seguito al ricalcolo dei costi con il metodo ARERA rappresenterebbe la prima ragione dell’aumento dei costi. Attribuzione non realistica oltre che priva di trasparenza, basti considerare che la stessa percentuale di aumento viene applicata per noi e agli altri comuni dell’AOR Chianti, quali Castelnuovo e Castellina in Chianti, con la differenza che in questi comuni non sono stati ridotti come successo nel nostro. Per queste ragioni abbiamo espresso il nostro voto contrario: le poche risorse stanziate, la non equità della ripartizione e soprattutto l’assenza di una strategia a lungo termine per portare l’ente verso una tariffa più giusta, sono aspetti che non potevamo accettare, uniti ad una scelta nel rapporto con il gestore, che garantisce gli equilibri industriali ed economici solo dei soci privati. Da un punto di vista amministrativo troviamo emblematica l’assenza di un rappresentante dell’amministrazione all’assemblea dell’ATO Toscana Sud che si è svolta lo scorso 26 maggio e nella quale sono stati discussi i costi dello smaltimento delle frazioni di rifiuti. Un’assenza che non possiamo perdonare perché anche su quel fronte tanto ci sarebbe ancora da fare, ma evidentemente le promesse di Frosini in campagna elettorale erano solo slogan privi di azione amministrativa”.