Intervento della sezione Gagarin sulla dismissione delle terme da parte della Regione
CHIANCIANO TERME. Le ragioni per le quali oggi inducono la Corte dei Conti a sollecitare la dismissione della Regione dalla partecipazione alla proprietà delle Terme, risiedono nella politica sbagliata degli ultimi 30 anni. Il governo prima, le regioni, le provincie ed i comuni poi, hanno perseguito una politica di svuotamento del contesto medico-scientifico che caratterizzava il termalismo e le città termali italiane.
Le maggioranze di centro-destra e di centro-sinistra che si sono succedute alla guida delle istituzioni hanno sempre avallato le politiche neoliberiste delle privatizzazioni e del mercato farmaceutico, mettendo città di provata storia termale come Montecatini, Chianciano, Salsomaggiore, Fiuggi, etc… allo stesso livello di alberghi termali o centri benessere, dimenticando che si trattava di stazioni di cura con migliaia di occupati e territori interi che fungevano di indotto socio-economico. Fra questi c’era chi lo faceva con un preciso obiettivo strategico e chi ingenuamente si adagiava al plagio di venditori di fumo. Entrambi responsabili di avere avallato il disegno maldestro della ricerca scientifica e della sanità italiana; basta guardare l’entità dei finanziamenti. Alberghi termali con indotto massimo di 2000 presenze annui hanno ricevuto finanziamenti pubblici pari a città termali con indotto minimo di 700.000 presenze.
A Chianciano, il paventato centro di ricerca sulle malattie del fegato, conseguenza della Legge 323 del 2000 sul riordino del sistema termale è diventato miraggio e speranza senza fine. La crisi economica e la presunzione della Classe politica dominante, sia essa di centro-destra che di centro-sinistra, hanno accelerato la trasformazione delle Terme in Parco divertimenti. Il centro di ricerca è diventato uno studio medico diagnostico simile a quello dismesso anni fa dalla Direzione Sanitaria ed una città termale svuotata di significato e di migliaia di posti di lavoro. Nel contempo la regione e gli Enti locali, sotto l’ombrello delle Direttive europee, hanno continuato a far spargere fanghi e fertilizzanti chimici sul terreno delle falde, hanno tollerato e prodotto piani strutturali, urbanistici e di sviluppo del territorio volti invece che alla tutela del bacino, alla crescita delle tasche dei proprietari.
Le Terme si sono trovate sole a fronteggiare le leggi del mercato e si sono trasformate in parco divertimento o poco più. Il termalismo ha perso la sua specificità ed è finito nel calderone del turismo regionale, rafforzando solo segmenti di mercato volti sopratutto al mantenimento in vita delle aziende più che al rilancio strategico del settore. I Centri benessere ed il divertimento invece di essere un valore aggiunto hanno sostituito il potenziale curativo e l’interesse scientifico-sanitario. Le aziende con la complicità della Regione e della politica locale hanno spacchettato il prodotto fino al punto che l’uscita del pubblico avvenisse automaticamente ed oggi la Regione può dire con estrema facilità “siamo costretti a lasciare”. Troppo comodo! Siamo alle solite, quando le istituzioni pubbliche si vendono alla finanza ed ai padroni e poi vengono schiacciate dal mercato, si ritirano sperando che arrivino i salvatori da chissà dove.
Sappiamo bene, che non sarà così e che alla fine pagheranno sempre gli stessi, per questo diciamo basta e sollecitiamo la mobilitazione di tutti i lavoratori ed i cittadini per impedire la definitiva scomparsa della risorsa termale.
Partito Comunista Chianciano Terme – Sezione Jurij Gagarin