Disponibile online il volume “L’Archeodromo di Poggibonsi. Un viaggio nell'Alto Medioevo”. In fase di definizione la presentazione a Poggibonsi
Il libro “L’Archeodromo di Poggibonsi. Un viaggio nell’Alto Medioevo, (Bibliotheca Archaeologica 54), Edipuglia 2019, è disponibile online. Con premessa dell’assessore alla cultura Nicola Berti, racconta il progetto iniziando con “Poggibonsi: prima del progetto Archeodromo”, capitolo che indaga la storia archeologia, i primi passi, le strategia, la crisi e poi il rilancio. Si procede con “Il museo archeologico all’aperto” con le finalità, le ricostruzioni, gli abitanti del villaggio carolingio di Poggibonsi, alle “Azioni e sostenibilità da trovare” con le attività svolte, le narrazioni, la didattica, il sociale, la gestione dell’impresa. Prima delle conclusione l’ultimo capitolo con “Lo storytelling del “villaggio al tempo di Carlo Magno””. Vi trovano spazio la narrazione del progetto in rete e altre forme di comunicazione e lo storytelling del villaggio con vari esempi (da ‘Il funerale di Anulo al servizio per Rai storia “il gioco nel medioevo”). Il libro, disponibile online, sarà presentato a Poggibonsi con data e programma in fase di definizione.
Descrizione a cura di Marco Valenti. “Questo libro racconta l’esperienza innovativa di musealizzazione e di Archeologia Pubblica iniziata sul finire del 2014 e ancora in corso. Si tratta del primo, e finora unico, Archaeological Open Air Museum italiano dedicato all’Alto Medioevo, realizzato su basi archeologiche, grazie alla riproduzione in scala reale del villaggio di IX-X secolo indagato dall’Università di Siena. L’Archeodromo si fonda su sei “pilastri”: ricostruzione delle strutture, azioni di archeologia sperimentale, riproposizione di tecnologie antiche, visualizzazione della vita quotidiana, narrazione-interpretazione, presenza di archeologi protagonisti in ognuna delle attività elencate. Nella sua modalità attiva di interazione con il passato, persegue l’esperenzialità basata su ricerca, educazione e turismo nei quali l’archeologia diventa realmente il valore culturale aggiunto. A costruire e popolare il villaggio sono gli stessi archeologi che hanno condotto gli scavi: l’esperienza si profila, dunque, come ambito di sviluppo del connubio tra archeologia sperimentale, archeologia imitativa e living history. Alla base di tutto c’è la volontà di comunicare e divulgare i risultati della ricerca attraverso forme dirette, che sappiano arrivare tanto agli specialisti quanto, soprattutto, al grande pubblico, cioè agli appassionati, ai cittadini, alle famiglie e alle scolaresche”.