CHIUSI. Per disciplinare l’apertura dei negozi, da parte di un ente pubblico, c’è un solo criterio: rispondere alle esigenze dei cittadini, dando al tempo stesso opportunità economiche ai commercianti.
A questo si è attenuto il Comune di Chiusi, in un provvedimento sugli orari al pubblico dei negozi assunto nell’interesse della collettività, conciliando le richieste delle organizzazioni di categoria delle imprese del commercio, dei lavoratori dipendenti e delle associazioni dei consumatori. Come avviene in questi casi, le decisioni sono frutto di compromessi e di sottili equilibri. Ad esempio, se la grande distribuzione chiedeva l’apertura domenicale tutto l’anno e i commercianti pretendevano di limitarla a solo 22 domeniche, il Comune ha deciso per un’apertura fino a 33 festivi. Allo stesso tempo, il Comune ha dato la totale libertà di apertura nelle domeniche e nei festivi solo ai negozi del centro storico e dello Scalo, prevalentemente di vicinato, cercando di rispondere alle esigenze di carattere turistico da un lato e di valorizzare il centro commerciale naturale dall’altro, in due frazioni interessate da grandi investimenti di riqualificazione da parte del Comune. Con questa decisione si è voluto offrire ai cittadini un servizio efficiente e flessibile, rispettoso dei tempi di lavoro e della sempre maggiore complessità nell’organizzazione della vita familiare, specie in una realtà con forte pendolarismo. Ma non è tutto: il Comune di Chiusi ha voluto tutelare l’intero territorio e le sue attività economiche, in un periodo di crisi, rispetto alla maggiore flessibilità negli orari e dunque maggiore concorrenzialità di Città della Pieve nella confinante zona commerciale di Pò Bandino, dove i negozi sono aperti anche la domenica.
Ricapitolando, l’apertura domenicale senza limitazioni è prevista solo a Chiusi città e nel centro commerciale naturale di Chiusi scalo, oltre all’opportunità di aprire fino alle 24 in occasione di particolari manifestazioni. Nel resto del territorio comunale, dove si trovano i centri commerciali e i supermercati, la possibilità è limitata al tetto già ricordato di 33 festività. P
er questo motivo si ritiene del tutto ingiusta l’accusa mossa dai sindacali di una presunta decisione presa dal Comune in favore di un singolo gruppo commerciale. Al contrario, tale affermazione oltre ad essere del tutto priva di fondamento, risulta fuorviante rispetto ai contenuti del confronto. In realtà, si evince chiaramente dal provvedimento sugli orari di apertura, preso nel pieno rispetto delle normative regionali, la scelta di tutelare i legittimi interessi dei consumatori e, al tempo stesso di dare competitività al territorio comunale, in una difficile fase economica.