Il pezzo più antico? Un registro trecentesco della famiglia dei Belforti, dove sono annotati i conti dei lavoratori dei poderi della famiglia a partire dal 1348
RADICONDOLI. Ci sono testimonianze scritte di prima mano. E poi delibere, corrispondenze. Ma anche imposte e tasse, l’arruolamento militare e pure archivi di altri enti come l’allora Comune di Belforte o della comunità di Elci. Oltre 800 tra registri, filze e faldoni. E il documento più antico risale al 1348, un registro della famiglia dei Belforti dove sono annotati i conti dei lavoratori dei poderi della famiglia.
È la fotografia dell’Archivio comunale preunitario di Radicondoli presentato oggi venerdì 8 novembre 2024 alle 15 presso la Sala del Consiglio del Palazzo Comunale. I lavori di schedatura, riordino e inventariazione sono stati avviati nella primavera scorsa e si concluderanno nel corso del 2025.
Tutta questa documentazione del Comune di Radicondoli era depositata presso l’Archivio di Stato di Siena ed ora è stata trasferita, grazie al lavoro portato avanti dall’amministrazione di Radicondoli con la Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Toscana, l’Archivio di Stato di Siena e le archiviste Silvia Trovato e Barbara Maria Affolter, nei locali delle scuderie del Palazzo comunale dove saranno consultabili, a conclusione dei lavori, su appuntamento.
“E’ un lavoro importante quello che abbiamo fatto e di cui ringrazio davvero le due professioniste che hanno nel concreto sviluppato l’attività nonché Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Toscana e Archivio di Stato di Siena senza i quali non saremmo arrivati qui – dice il sindaco di Radicondoli, Francesco Guarguaglini – Il lavoro fatto è fondamentale per conoscere le nostre radici, la nostra storia e identità con tutte le sue implicazioni. Serve a noi per ricordare chi siamo. Analizzare le fonti dirette, come quelle che compongono gli archivi, ci fa scoprire anche tante curiosità che riguardano tutti noi, il nostro quotidiano e la nostra capacità di guardare avanti, rendere sempre più inclusiva questa nostra comunità”.
Tra le tante tipologie documentarie prodotte dal Comune di Radicondoli, dalla cancelleria di Radicondoli, dal vicariato, poi podesteria di Radicondoli ci sono delibere, corrispondenza, documenti contabili, imposte e tasse, documenti dell’ingegnere di circondario, arruolamento militare e molto altro. E ci sono anche archivi di altri enti come il Comune di Belforte, la Comunità di Elci, l’Opera della Collegiata ecc. La documentazione prettamente comunale è tutta successiva alla sottomissione a Firenze, nel 1557, i documenti più antichi sono di natura contabile e risalgono al 1567. È conservata anche documentazione d’epoca francese (1808-1814).
L’amministrazione di Radicondoli si è già impegnata in un importante lavoro di riordino, scarto e riorganizzazione del suo “archivio di deposito”, ovvero dei documenti degli ultimi 40 anni, e dell’”archivio corrente” anche per affrontare un definitivo passaggio al digitale.
“Siamo andati oltre – continua Roberta Cecco – Perché siamo consapevoli di quanto siano preziosi gli archivi non solo in termini di buona amministrazione, ma anche di conoscenza della nostra identità con conseguente sua valorizzazione e comunicazione. Per questo la scelta è stata quella di far rientrare nella nostra sede la documentazione di epoche più lontane, un lavoro complesso, recuperato in accordo con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana e la dirigenza dell’Archivio di Stato di Siena che ringrazio a nome dell’amministrazione tutta”.