Dopo il Direttivo di Federterme convocato d’urgenza e che si è tenuto oggi (25 febbraio) a Roma, esprime di nuovo tutta la sua preoccupazione anche il Presidente di Terme di Chianciano Sirio Bussolotti, in attesa del prossimo incontro con gli assessori regionali fissato per il 12 marzo prossimo a Roma.
“Sono fiducioso che possa prevalere il buonsenso e che la vertenza si possa chiudere e definire il prima possibile – dichiara Bussolotti – per fornire le necessarie garanzie all’intero sistema termale italiano nell’ambito del quale alcune realtà rischiano di ritardare l’apertura degli stabilimenti e di dover tagliare il personale”.
Sono 380 le imprese associate a Federterme, in 170 Comuni, con 16.000 dipendenti. "Per i ritardi delle Regioni il termalismo italiano rischia di morire": questo l’amaro commento del presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci il quale ha ricordato che per far fronte all’esigenza di adeguamento delle tariffe all’aumento dei costi furono a suo tempo stanziati – ma non ancora erogati – 9 milioni di euro, cioè 3 per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, commisurati solo al recupero parziale dell’inflazione per il triennio, ferma restando l’aspettativa del recupero del mancato adeguamento per il 2006 e 2007.
In pratica, il mancato accordo comporta che a tutt’oggi le tariffe praticate dalle terme nei rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale siano ferme al 2005; nonostante ciò le terme italiane hanno proceduto al rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei dipendenti e al connesso adeguamento economico biennale. Una situazione chiaramente insostenibile per il concomitante andamento crescente di tutti i costi aziendali a partire da quelli energetici.