MONTEPULCIANO. Profonda sorpresa tra gli stessi autori del complesso intervento di restauro di Palazzo Carleti è stato il ritrovamento in tutte le stanze che circondano il grande salone centrale di soffitti a volta decorati con affreschi del XVII e XVIII secolo. E’ stata la demolizione dei soffitti fatti costruire tra il 1960 ed il 1970 a rivelare la presenza di straordinarie opere d’arte, ormai dimenticate, sulle quali si è rivolta l’attenzione di esperti e studiosi.
Ed è apparsa subito evidente la somiglianza tra alcuni dipinti murali (in particolare quelli che impreziosiscono l’attuale suite intitolata proprio al Conte Carletti) e quelli che si possono ammirare nel salone di Palazzo Contucci opera, come è noto, di Andrea Pozzo e dei suoi allievi.
“L’ipotesi più probabile è che tutto ruoti intorno ad un intervento architettonico e decorativo dei primissimi decenni del settecento, realizzato ancora da un Francesco Saverio Carletti (avo del più noto plenipotenziario che trattò con il Direttorio francese alla fine del secolo) che è poi quello che ha dato origine all’attuale impianto del Palazzo. E’ possibile che l’ambiente artistico in cui sia maturato l’intervento sia quello senese dello stesso periodo storico in cui architetti quali Giacomo Franchini o Sebastiano Rossi, stuccatori quali i Mazzuoli o i Cremoni e pittori quali i Nasini, sono segnalati, da documenti a noi noti per altri lavori in quegli anni a Montepulciano.” afferma l’architetto Riccardo Pizzinelli, direttore del restauro e studioso d’arte.
La costruzione del palazzo Carletti, poi Nerazzini, o meglio la completa ristrutturazione degli originari volumi medioevali che hanno dato luogo al palazzo, è da far risalire alla prima metà del settecento. Il palazzo è ricordato ancora come Carletti, alla fine dell’800, nella guida di Ersilio Fumi, e passò ai Nerazzini, a seguito del matrimonio con una Carletti nella seconda metà del XIX secolo. Successivamente all’alienazione dell’edificio, verso la metà del novecento, lo stabile è stato smembrato ed utilizzato in parte per abitazioni e in parte per uffici.
In particolare l’appartamento al piano nobile, uno dei pochissimi esempi di appartamento settecentesco con salone completamente dipinto ed affrescato, così come i soffitti delle camere con altezze vicine o superiori ai 6 metri, è stato usato in passato per gli uffici del Consorzio di Bonifica della Valdorcia e poi come sede prima del PCI poi dei DS.
L’intervento ha comportato opere di restauro e risanamento conservativo che hanno permesso il recupero degli elementi tipologici formali e strutturali originari avendo cura di non interessare assolutamente gli elementi strutturali, architettonici e decorativi di pregio presenti.
Aspetto saliente dell’intervento è stato la demolizione delle controsoffittature piane realizzate negli anni 1960/1970 che avevano sostanzialmente “tagliato” e reso invisibili i soffitti a volte delle sale attorno al salone monumentale (che invece appariva inalterato nel suo soffitto a cassettoni) e che sono dunque tornati ad essere interamente visibili.
A seguito di saggi che hanno preceduto la demolizione delle controsoffittature, sono emerse alla vista alcune decorazioni e dipinti settecenteschi nelle volte originarie dei vani intorno al salone.
L’intervento di restauro scientifico dei soffitti dipinti è stato compiuto dalla D.ssa Anne-Katrin Potthoff Sapia di Arezzo e dalla Ditta ICONOS restauri s.n.c. di Firenze.
“L’ipotesi più probabile è che tutto ruoti intorno ad un intervento architettonico e decorativo dei primissimi decenni del settecento, realizzato ancora da un Francesco Saverio Carletti (avo del più noto plenipotenziario che trattò con il Direttorio francese alla fine del secolo) che è poi quello che ha dato origine all’attuale impianto del Palazzo. E’ possibile che l’ambiente artistico in cui sia maturato l’intervento sia quello senese dello stesso periodo storico in cui architetti quali Giacomo Franchini o Sebastiano Rossi, stuccatori quali i Mazzuoli o i Cremoni e pittori quali i Nasini, sono segnalati, da documenti a noi noti per altri lavori in quegli anni a Montepulciano.” afferma l’architetto Riccardo Pizzinelli, direttore del restauro e studioso d’arte.
La costruzione del palazzo Carletti, poi Nerazzini, o meglio la completa ristrutturazione degli originari volumi medioevali che hanno dato luogo al palazzo, è da far risalire alla prima metà del settecento. Il palazzo è ricordato ancora come Carletti, alla fine dell’800, nella guida di Ersilio Fumi, e passò ai Nerazzini, a seguito del matrimonio con una Carletti nella seconda metà del XIX secolo. Successivamente all’alienazione dell’edificio, verso la metà del novecento, lo stabile è stato smembrato ed utilizzato in parte per abitazioni e in parte per uffici.
In particolare l’appartamento al piano nobile, uno dei pochissimi esempi di appartamento settecentesco con salone completamente dipinto ed affrescato, così come i soffitti delle camere con altezze vicine o superiori ai 6 metri, è stato usato in passato per gli uffici del Consorzio di Bonifica della Valdorcia e poi come sede prima del PCI poi dei DS.
L’intervento ha comportato opere di restauro e risanamento conservativo che hanno permesso il recupero degli elementi tipologici formali e strutturali originari avendo cura di non interessare assolutamente gli elementi strutturali, architettonici e decorativi di pregio presenti.
Aspetto saliente dell’intervento è stato la demolizione delle controsoffittature piane realizzate negli anni 1960/1970 che avevano sostanzialmente “tagliato” e reso invisibili i soffitti a volte delle sale attorno al salone monumentale (che invece appariva inalterato nel suo soffitto a cassettoni) e che sono dunque tornati ad essere interamente visibili.
A seguito di saggi che hanno preceduto la demolizione delle controsoffittature, sono emerse alla vista alcune decorazioni e dipinti settecenteschi nelle volte originarie dei vani intorno al salone.
L’intervento di restauro scientifico dei soffitti dipinti è stato compiuto dalla D.ssa Anne-Katrin Potthoff Sapia di Arezzo e dalla Ditta ICONOS restauri s.n.c. di Firenze.