MONTEPULCIANO. Montepulciano celebra l’anniversario della liberazione, avvenuta il 29 giugno 1944 con l’ingresso delle forze alleate in città e la definitiva ritirata delle truppe tedesche. E lo fa con una manifestazione che riprende la formula interrotta nel 2020, a causa della pandemia.
Si torna al corteo, aperto alla cittadinanza e alle associazioni, che partirà alle 17.00 da Piazza Grande, accompagnato dalla Banda dell’Istituto di musica “Henze”, e che attraverserà tutto il centro storico, fermandosi al Borgo Buio.
Qui la comunità renderà omaggio alla memoria di Giuseppe Marino, il giovane siciliano, probabilmente un militare che aveva abbandonato la divisa per unirsi alla Resistenza, che il 23 giugno 1944 fu impiccato dagli occupanti tedeschi, allo scopo di terrorizzare la popolazione.
La manifestazione proseguirà al Giardino di Poggiofanti, dove, al Monumento ai Partigiani, interverranno il sindaco Michele Angiolini e Irene Bettollini, presidente dell’ANPI Montepulciano.
Poi la celebrazione proseguirà a Montepulciano Stazione, in Via della Macchia 34, dove sarà rievocato uno dei tanti tragici episodi che caratterizzarono il periodo.
E’ il luogo in cui, proprio il 29 giugno 1944, persero infatti la vita due bambini, i fratelli Aldo e Bruno Anatrini, di 11 e 13 anni, e Carolina Del Giusto, di 48 anni, padrona di casa. A fare queste tre vittime innocenti fu un bombardamento aereo delle truppe alleate: un ordigno cadde sul podere, sventrò un albero e le schegge partite da quell’impatto ebbero effetti devastanti; i tre, gravemente feriti, furono condotti all’ospedale militare insediato in località Argiano ma non ci fu nulla di fare e si spensero il giorno dopo, 30 giugno.
E’ dal 2011 che il Comune di Montepulciano abbina la Celebrazione della Liberazione del proprio territorio alla rievocazione di un evento storico verificatosi negli anni della seconda guerra mondiale e della Resistenza.
L’iniziativa ha consentito non solo di rendere omaggio alla memoria di vittime per lo più estranee alle vicende belliche (come è il caso di quest’anno), ma anche di stimolare ricerche su documenti o attraverso la memoria che consentano di aggiungere nuovi elementi ad un complesso mosaico di fatti.