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MONTALCINO. Il Piano Conoscitivo è il primo studio del territorio per la definizione del Piano Strutturale, rappresenta la prima tappa di questo importante strumento, appunto il Piano Strutturale che presumibilmente verrà approvato in via definitiva entro il corrente anno, forse già entro il prossimo mese di settembre. Dal Piano conoscitivo emerge la realtà del Comune di Montalcino in tutti i suoi aspetti e rappresenta perciò un interessante strumento per conoscere a fondo questo territorio, ormai famoso in tutto il mondo.
Il sistema degli insediamenti del Comune di Montalcino è costituito da uno storico complesso di piccoli centri collinari, che fanno capo, per i servizi di rango superiore, al principale centro abitato del Capoluogo, Montalcino. Dopo il lungo periodo (tra il 1955 ed il 1970) in cui l’economia di questo territorio è stata considerata tra le più depresse della Provincia di Siena, si è assistito ad un vero e proprio decollo del territorio, veicolato principalmente dall’eccellenza del suo vino, il Brunello, ma che ha potuto far conto anche sulla straordinarietà dei nuclei storici e del paesaggio. Oggi si pone comunque, con il PS, l’occasione per un ripensamento, affinché la qualità della vita e le aspettative degli abitanti del comune possano trovare una debita conferma ed una ulteriore crescita. Devono essere individuati possibili scenari futuri e devono essere riconsiderate le attività tradizionali, che magari possono “far sistema” con nuove attività ed economie. Il piano deve perciò fare conto con la necessità di una rigenerazione urbanistica ed architettonica degli antichi borghi – la creazione di nuove centralità e l'incremento dei servizi agli abitanti (e solo dopo quindi ai turisti) ed alle attività economiche, per rendere più attrattivo il contesto territoriale. Nel tempo si sono accentuate alcune delle differenze dimensionali che organizzavano la gerarchia dei centri e dei nuclei abitati del comune, in particolare:
– si è assistito ad uno sviluppo economico e insediativo nelle campagne, trainato principalmente dalle aziende agricole, che si sono strutturate offrendo una molteplicità di servizi, dalla vendita dei prodotti vitivinicoli, ovviamente all’agriturismo, alla ristorazione ed anche all’artigianato tradizionale. Le grandi dimensioni del territorio ed il particolare tipo di insediamento storico, raramente appoggiato sull’appoderamento colonico e più spesso legato al latifondo, hanno fatto sì che si siano realizzati ingenti volumetrie edilizie, principalmente per le cantine, con un discreto livello di qualità architettonica e con scarsi impatti visivi nel paesaggio;
– molti dei nuclei minori mantengono uno scarso livello di accessibilità, appoggiandosi ai percorsi stradali storici, la quasi totale assenza di dotazioni urbane e difficili relazioni con il sistema di trasporto pubblico. All'interno dei centri storici è ancora consistente il patrimonio edilizio da recuperare, per le oggettive difficoltà ed anche per il fatto di far parte delle ingenti proprietà delle aziende, che hanno scarsi interessi urbani;
– si è assistito ad una discreta crescita delle frazioni “vallive”, di Torrenieri e in certa misura di S. Angelo Scalo, certo per cause differenti: la prima per la sua più facile accessibilità (i minori costi per le case e la vicinanza alla SS n.2 Cassia) e vocazione produttiva, oggi in crisi; la seconda per la presenza dei grandi stabilimenti di Banfi. In tutti e due i casi si deve però pensare ad un riordino e all’aumento degli standard residenziali del tessuto esistente e ad un nuovo ruolo da assumere nel contesto territoriale.
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le modificazioni socio-economiche hanno introdotto nuovi usi legati ai nuovi modi di abitare il territorio, aumentati dal fenomeno del turismo enogastronomico, con la semplificazione della rete commerciale e l’aumento del disagio sociale per le fasce più deboli della popolazione. (1- continua)