MONTALCINO. Montalcino intende ricordare, nel centenario della morte della medaglia d’oro Soccorso Saloni, questo importante caduto della prima guerra mondiale. E lo farà sabato 23 giugno alle ore 18,30 in piazza del Popolo, alla presenza delle massime autorità civili, militari e della fanfara dei bersaglieri, con la presentazione di una pubblicazione a lui dedicata.
Il volume ne ricorda la biografia, ma anche il contesto di guerra nel quale viveva l’Italia negli anni 1915-1918. E lo fa attraverso una serie di immagini a colori che riproducono le copertine originali del settimanale “La Domenica del Corriere”, le stesse che in quegli anni drammatici guardavano con stupore e curiosità i nostri nonni nei caffè e nelle osterie.
La famiglia di Soccorso Saloni era originaria di Montalcino. Il padre Giuseppe fu carabiniere nella locale stazione e fu poi trasferito a Lecce per motivi di lavoro. È qui che nacque l’8 maggio 1895, da Alice Burri in Saloni, Soccorso. Ed il nome la dice lunga sull’attaccamento di questa famiglia al luogo di origine, visto che al neonato fu dato proprio quel nome in onore della “Madonna del Soccorso”, la quale si venera in Montalcino proprio in quel giorno di maggio.
Soccorso si arruolò come allievo sergente nel settimo reggimento bersaglieri nel 1915. O ttenne il grado di caporale, poi di sergente. Decorato con medaglia di bronzo, poi d’argento ed infine d’oro al valor militare. Nel gennaio 1918 venne promosso aiutante di battaglia per meriti di guerra.
Nel giugno 1918, pur ferito, rientrò volontariamente al suo reparto. Nuovamente ferito ad un braccio durante un contrattacco, continuò a combattere fino alla morte, provocata da una raffica di mitragliatrice (Losson, 19 giugno) e per queste sue ultime gesta ottenne la medaglia d’oro al valor militare.
Questa la motivazione ufficiale dell’onorificenza:
« Allo squillo di battaglia, ancora dolorante per una ferita, volontariamente usciva dall’ospedale e raggiungeva la prima linea. Alla testa della compagnia, balzava all’attacco, e, primo fra tutti, superava i reticolati avversari. Ferito ad un braccio, si slanciava ancora avanti, finché, colpito in pieno da una raffica cadeva, consacrando col suo puro sangue d’eroe la posizione conquistata »
La sua salma fu accompagnata al cimitero con solenni funerali, banda cittadina compresa ed a nome di Soccorso Saloni Montalcino volle intitolare sia una strada che lo stadio comunale, mentre Viterbo dedicò a lui la S cuola Allievi S ottufficiali