di Roberto Cappelli
MONTALCINO. La classe V^ B della Scuola Primaria di Montalcino è stata condotta dalle guide del Museo di Montalcino in un percorso didattico che prevedeva un’analisi dei reperti al Museo, una visita al sito archeologico della Civitella e uno scavo simulato.
Ecco come i ragazzi hanno raccontato la loro esperienza: “Il 24 marzo ci siamo recati al Museo Archeologico dove abbiamo osservato in un cartellone del territorio del Comune di Montalcino i vari posti da dove provengono gli oggetti che ora sono custoditi nelle teche del Museo, poi in una linea del tempo le epoche della Preistoria e della Storia a cui risalgono tali reperti. Subito dopo siamo scesi nella sala della collezione archeologica del nostro Museo per osservare tutto quello che c’è nelle belle teche di vetro e alabastro”. Ed eccoci alla seconda parte dell’interessante esperienza: “Con la scuolabus in seguito siamo andati al colle della Civitella dove sono stati trovati i resti di un villaggio etrusco del VI° secolo a.C., cioè le fondamenta di alcune case, un pozzo e un sacello; arrivati in cima, abbiamo ammirato le mura della fortezza militare del IV° secolo, le due porte (carraia e postierla), poi i resti delle costruzioni all’interno delle mura. Scendendo per quel bellissimo bosco pieno di fiori, Elisa e Laura, le nostre esperte archeologhe, ci hanno fatto fermare e ci hanno disposto a due a due di fronte a degli spazi rettangolari ben delineati da corde, ci hanno dato delle cazzuole, delle scopette con palette e alcuni secchielli per raccogliere la terra”. E qui inizia forse la parte più emozionante della mattinata: “Ci hanno spiegato come dovevamo procedere, poi abbiamo iniziato a scavare con le cazzuole, la terra tolta veniva raccolta nei secchielli scaricata altrove. Quando trovavamo un oggetto, dovevamo lasciarlo in un primo momento nel posto, ripulirlo con la scopetta, fargli una foto, segnare in una scheda l’ora e la persona che aveva fatto il ritrovamento, poi dovevamo disegnare l’oggetto nel foglio rispettando la posizione che aveva sul terreno a ciascuno assegnato; solo dopo tutte queste azioni potevamo toglierlo e metterlo in un sacchetto. Gli oggetti erano stati sotterrati da Elisa e Laura perché noi facessimo questa esperienza di scavo simulato, in ogni spazio assegnato c’erano tre esperti. Alcuni di noi hanno trovato velocemente gli oggetti, ma altri ci hanno messo di più e certi avevano perso la speranza di scovarli”. Ed ecco come finisce la mattinata archeologica: “Durante l’appassionato scavo, lì nel bosco è arrivato a gran velocità un cane che, felicissimo di vedere tutte quella gente, si è messo a saltare e a fare giri velocissimi sul terreno dei nostri scavi, meno male che le nostre urla l’hanno fatto scappare presto. Abbiamo imparato che per fare l’archeologo, oltre a studiare tanto, ci vuole pazienza e delicatezza, ma è certo emozionante veder affiorare dal terreno oggetti appartenuti ai nostri antenati”.