I Carabinieri hanno eseguito una lunga attività investigativa sul monte Amiata
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ABBADIA SAM SALVATORE. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montalcino e i militari della Tenenza Carabinieri di Abbadia San Salvatore hanno eseguito una misura cautelare personale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Siena, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di una trentenne, residente ad Abbadia San Salvatore, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento è stato emesso dopo l’attività investigativa antidroga condotta dai Carabinieri della Compagnia di Montalcino che, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Siena, dal mese di aprile fino a tutto il 2024, hanno eseguito una serie di servizi di osservazione, acquisizione di immagini e attività tecniche, essendo venuti a conoscenza dell’esistenza di una possibile attività di spaccio di stupefacenti nelle zone boschive del Comune di Abbadia San Salvatore.
I militari dell’Arma hanno individuato i luoghi, lungo le principali arterie stradali della zona ed in corrispondenza di zone boschive, dove hanno registrato numerosi incontri, verosimilmente riconducibili a cessioni tra acquirenti e spacciatori, nascosti nel fitto della vegetazione, ed hanno ripetutamente sottoposto a controllo persone recatesi nell’area, molte delle quali note come soggetti assuntori di sostanze stupefacenti.
In tale contesto, è emersa la figura della donna sottoposta alla misura cautelare che, secondo l’ipotesi accusatoria, è indiziata del reato di detenzione e cessione illecita di stupefacenti. La stessa avrebbe ceduto in diverse occasioni sostanze stupefacenti, tra il mese di agosto e settembre 2024, nella cittadina badenga, dopo essersi verosimilmente rifornita dagli spacciatori, che si nascondevano nei boschi del Monte Amiata e, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe anche provveduto al sostentamento di quest’ultimi, facendo loro da vivandiera.
L’indagata, già nota dai militari dell’Arma perché gravata da una precedente condanna per reati relativi allo spaccio, è stata sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza, aggravato dal divieto di allontanarsi dall’abitazione nelle ore notturne, cumulata con quella dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.