"Qualcuno dice che la politica serva a dare una voce a chi non ce l’ha ma gli Amiatini la voce ce l’hanno eccome"
AMIATA. Oggi (29 maggio) chiuderò la campagna elettorale sull’Amiata. Se questa è la terra più remota e dimenticata della circoscrizione, è giusto per me concludere così. Sinistra è stare dalla parte di chi ha bisogno.
Oltre tutto, è evidente che ciò di cui ha bisogno l’Amiata è solo di raccogliere le proprie forze e raccordarle con quanti, negli altri angoli della Toscana, dell’Italia, dell’Europa, del mondo, lottano perché le distanze socio-economiche si colmino, perché il pubblico sia strumento atto a compensare, a riequilibrare.
Le contraddizioni tra chi detiene il potere delle risorse economiche e chi non ce l’ha non credo che finirà mai. Certamente, il progresso sociale e culturale si è compiuto in ogni classe ma, purtroppo, anche il regresso non scherza! Si assiste a una sempre maggiore confusione di temi e di posizioni e c’è chi soffia sulle precarietà, sulle sofferenze della mancanza del lavoro, sul senso di insicurezza, speculando senza alcuna decenza su questi problemi, alimentando un conflitto tra poveri.
Sì – Toscana a sinistra non ha bacchette magiche né ricette facili in tasca; crede, però, nella necessità di un impegno solidale, nella possibilità di coniugare la tutela dei lavoratori con quella della loro salute, delle comunità, dell’ambiente; che si possa anteporre la politica all’economia, le scelte socialmente utili per tutti a quelle economicamente profittevoli per pochi; che l’energia debba essere un bene e non un problema. Che lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle capacità tecnologiche, consenta oggi di pensare a nuovi modelli di sviluppo che tali siano, che consentano di stare meglio oggi e di lasciare un mondo più sano domani, un’eredità positiva alle prossime generazioni.
Qualcuno dice che la politica serva a dare una voce a chi non ce l’ha ma gli Amiatini la voce ce l’hanno eccome: hanno solo bisogno di ascolto, di scambio dialettico di idee e di punti di vista di chi alla loro terra, alla loro montagna sacra, rivolge giorno dopo giorno uno sguardo costante e sempre grato, sempre riconoscente. Le periferie dell’impero, i loro abitanti e quanti si aggirano per le terre di confine non dovrebbero mai dimenticare di unire le forze perché non c’è nessun cammino prestabilito, nella storia dell’umanità: il cammino, come dicono gli zapatisti, lo fa l’andare.
Grazie a tutti, fin da ora, per queste settimane intense che hanno ridato linfa alla voglia di fare politica, di fronte allo strapotere dell’antipolitica, strumento favoloso per chi voglia mantenere rendite di posizione dentro e fuori i palazzi.
Grazie per le critiche, per le domande, per il sostegno, per la simpatia; sono orgoglioso, da toscano meticcio, di essere stato scelto per concorrere ad essere una delle sue voci nel consiglio, cioè quello che dovrebbe rimanere il più bel luogo della politica, dove le diversità si incontrano, dialogano e poi cercano di fare la miglior sintesi per il bene comune.
Mario Marrocchi
candidato al Consiglio Regionale per Sì – Toscana a Sinistra