Da tempo un albanese di 42 anni, residente a Poggibonsi, maltrattava la donna in presenza dei figli. Lo scorso mese di gennaio, dopo ripetute liti sfociate sempre in episodi di violenza nei suoi confronti, la vittima, sua connazionale di 45 anni, si era recata al Commissariato per sporgere querela nei confronti del coniuge.
Da quel momento la famiglia, seguita anche dai servizi sociali del Comune, ha vissuto in strutture protette, appositamente individuate, fino a quando, in seguito ad un incontro tenutosi nel mese di agosto alla presenza dei legali della coppia e degli assistenti sociali, i due erano giunti ad un accordo. Lui si sarebbe trasferito e lei sarebbe tornata a casa con i due bambini. Ma, trascorsi pochi giorni, lui non ha rispettato i patti. Si è presentato a casa, rifiutandosi di abbandonare il tetto coniugale, e le violenze e le minacce di morte verso la moglie e i figli minori sono ricominciate.
Domenica sera (26 settembre), durante l’ennesima discussione, dopo aver aggredito e picchiato la consorte, l’uomo si è scagliato contro il figlio che tentava di proteggere la madre, spingendolo contro il muro. Dopodiché ha abusato di lei sessualmente per diverse ore.
L’indomani la donna, riuscita a sfuggire al marito, si è recata presso un’associazione per chiedere aiuto, e lì le hanno fissato un incontro, per lo stesso pomeriggio, con i servizi sociali del Comune.
Durante il colloquio, intorno alle 15 di ieri (27 settembre), il coniuge ha iniziato a tempestarla di telefonate per sapere dove si trovava e, poco dopo, si è presentato sul posto costringendo le assistenti sociali a chiudersi a chiave all’interno dell’ufficio. Non contento ha cominciato a sbattere contro la porta tentando di sfondarla finché non è arrivata la Polizia.
L’uomo, ha continuato a minacciare la moglie anche in presenza degli agenti del Commissariato che lo hanno arrestato e portato in carcere.