COLLE VAL D’ELSA. “Il 28 maggio presso il Tribunale di Siena si terrà l’udienza del processo che vede imputati alcuni studenti che si mobilitarono per contrastare il DDL Gelmini. La manifestazione del 30 novembre 2010 (giorno di approvazione della riforma), vide scendere in piazza a Siena oltre 500 studenti, ma fu promossa in tutta Italia e vide la partecipazione di migliaia di persone che lottavano per un’istruzione di qualità e accessibile a tutti.
Ma cosa ha messo in moto il DDL Gelmini?
La riduzione dei servizi agli studenti e aumento della tassazione universitaria; il mancato potenziamento del diritto allo studio; l’involuzione della gestione degli Atenei in senso ancora più verticistico e dirigistico e la mancata garanzia di rappresentanza di tutte le componenti interne all’Università negli Organi di Governo; una politica di discriminazione degli Atenei più deboli, in particolare quelli del Sud, a favore di quelli cosiddetti ‘eccellenti’; la privatizzazione e la riduzione della formazione attraverso le ipotesi di trasformazione delle Università in Fondazioni e di fusione fra più università; la riduzione della ricerca di base negli Atenei a scapito dei connessi processi di crescita politica, culturale, sociale ed economica dei territori su cui insistono; la dequalificazione della didattica, quale esito di un processo di depauperamento della ricerca; l’attacco ai princìpi costituzionali che sanciscono la libertà di insegnamento e di ricerca; la rottamazione dei ricercatori e le discriminazioni all’interno della stessa categoria e l’aumento della precarietà; l’impossibilità per le figure elevate o con specifica professionalità del personale tecnico amministrativo di insegnare nei master, nei dottorati, nei corsi di alta formazione, mettendo al servizio degli Atenei le professionalità e l’esperienza acquisita; l’assoggettamento dei saperi al potere politico e alle logiche del profitto; la mancata riforma in senso meritocratico e trasparente delle procedure concorsuali con l’assunzione di un modello gerarchico che rischia di favorire ancora di più i localismi e l’opacità del reclutamento.
Era una riforma? Piuttosto una demolizione controllata!
Oggi la malafede nel gestire l’istruzione pubblica torna prepotente: la buona scuola di Renzi è un capolavoro di doppiogiochismo ed ipocrisia, che cerca di barattare 150.000 (centocinquantamila) assunzioni con lo stravolgimento della Scuola istituita dalla Costituzione; pur sapendo bene che il Governo è in realtà obbligato ad assumere i centocinquantamila, perché la Corte di Giustizia dell’Unione Europea minaccia all’Italia una multa di quattro miliardi se il Governo non stabilizza i precari.
Privatizzazione “de facto” delle scuole statali ribadendo l’urgenza di «dare alle scuole paritarie (valutate positivamente) maggiore certezza sulle risorse loro destinate, nonché garanzia di procedure semplificate per la loro assegnazione». E ciò mentre si continua a defraudare la Scuola Statale di risorse vitali.
Il Movimento 5 Stelle Colle di Val d’Elsa esprime la propria solidarietà agli studenti imputati per aver manifestato contro una norma che, come quella attuale voluta da Renzi, corre verso la privatizzazione di un diritto pubblico, quello all’istruzione, sancito dalla nostra Costituzione. Ribadisce inoltre il diritto che ha ogni cittadino di manifestare pacificamente per far valere i propri diritti.”
Monica Sottili e Simone Franchi – candidati consiglieri regionali del M5S nella circoscrizione Siena