Il gruppo dei petastellati punta l'attenzione sulla concessione decaduta su alcuni lotti dell'area
COLLE DI VAL D’ELSA. Il Parco dell’Agrestone: lo possiamo preservare? Sembra di sì, visto che il cantiere parrebbe abusivo, ma andiamo per ordine… Correva l’anno 1997, venti anni fa: è del 18 aprile la stipula della convenzione con cui il Comune di Colle concede al consorzio Colle Futura (che a sua volta lo cederà alla Curia Arcivescovile di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino nel dicembre dello stesso anno) il diritto di superficie di alcuni lotti del parco suddetto. Convenzione che decade dopo 20 anni, ossia il 18 aprile 2017, dal momento che nessuna costruzione essenziale sussiste. L’articolo 954 del Codice Civile ultimo comma parla chiaro: non è sufficiente la realizzazione di opere intermedie (per esempio pilastri in cemento armato) per preservare il diritto di costruire….. Il diritto di superficie per non uso quindi si estingue e viene perduto il diritto di costruire.
Altro aspetto dubbio: come mai il progetto è stato sottoposto a votazione della Giunta Comunale anziché all’organo idoneo per l’approvazione del suddetto progetto, ossia il Consiglio Comunale, competente per le disposizioni urbanistiche e in particolare per la progettazione preliminare assimilabile ad un piano attuativo?
Nel progetto non sono chiariti i parametri urbanistici delle volumetrie. Infatti il progetto presentato in data 15/07/2016 dall’Arcidiocesi è relativo alla “realizzazione della chiesa succursale della sacra famiglia e del centro parrocchiale in località Agrestone”. Si parla quindi di un centro parrocchiale, escludendo ogni edificio propriamente religioso, quindi la chiesa. L’art. 117, comma 1 del R.U. prevede che i parametri siano definiti in sede di progetto definitivo, in particolare riguarda la realizzazione delle nuove volumetrie e delle singole esigenze del servizio stesso, dati non forniti dalla delibera n. 39 del 14/03/2017 della Giunta Comunale. A oggi non abbiamo idea di cosa verrà costruito…
Aspetto ancora più inquietante: il complesso religioso progettato ha caratteristiche di dimensione per 4000/6000 persone invece delle 2000 circa residenti nella zona Agrestone. Nella relazione tecnica infatti non vengono mai indicati i parametri dimensionali utilizzati per il dimensionamento del fabbricato e non viene mai indicato per quanti abitanti/utenti quest’opera è stata dimensionata. Informazioni fondamentali e che dovrebbero essere debitamente approvate dalla A.C.per avere la chiara cognizione che l’opera sia calibrata in base alla popolazione del luogo e alle relative esigenze, scongiurando il sovradimensionamento o la sottostima.
Un vero mostro architettonico di cui bisogna scongiurare la creazione…
Altro aspetto poco chiaro: non è stato revocato il diritto di superficie di una zona limitrofa concesso a suo tempo alla Cooperativa Montemaggio, il cui fallimento comporta a norma di legge l’estinzione del diritto, fondato sull’ “intuitus personae” come recita l’art. 38 del Codice dei contratti pubblici. In base a quanto sopra non trova applicazione l’art. 159 Codice dei contratti pubblici e per quanto riguarda il diritto di superficie, lo stesso si estingue ai sensi del combinato disposto. Ma il Comune avrà annullato l’atto di costituzione del diritto di superficie a favore della Cooperativa Montemaggio? E se non lo ha fatto, vorremo conoscerne le motivazioni supportate dalla legge.
Per i fatti sopra esposti, 10 giorni fa il M5S ha chiesto chiarimenti (per ulteriori delucidazioni, clicca qui) al Segretario Comunale ma ad oggi nessuna risposta è pervenuta.