ACQUAVIVA DI MONTEPULCIANO. Una prova di maturità. E’ quella che ha affrontato (e brillantemente superato) la compagnia teatrale che si riunisce ormai da tre anni, coinvolgendo l’intera collettività di Acquaviva, per mettere in scena una delle forme di spettacolo più complesse, il musical.
Per due sere il Teatro dei Concordi non c’è l’ha fatta a contenere tutto il pubblico che, dopo aver applaudito “…e poi il diluvio” (2012) e “Mosè” (2013), era impaziente di assistere alla rappresentazione di Ulisse.
Il sold-out era forse scontato, visto lo spirito con cui Acquaviva partecipa all’evento; meno garantito era il consenso, anche se il coraggio con cui dei semplici appassionati di canto affrontano una prova così ardua garantisce una buona fetta di simpatia e benevolenza.
E invece non sono arrivati solo applausi a scena aperta ma anche un’ovazione finale che ha riunito le circa sessanta persone che, con ruoli diversi, hanno contribuito allo spettacolo.
C’è chi ha giudicato la trasposizione dell’avventurosa vicenda del mitico eroe di Omero il migliore dei tre musical finora proposti, chi si è entusiasmato per le doti canore dei cinque interpreti più dotati o professionali (Alessandro Beligni, Ulisse; Cristiana Tosi, Penelope; Valeria Garavelli, Minerva; Andrea Mezzanotte, Telemaco; Massimo Tosi, Nettuno), chi ha apprezzato la crescita dei giovani e l’impegno di chi “ci mette la faccia” per il paese, chi si è intenerito di fronte alla serietà di bambine e bambini che non hanno solo danzato e partecipato alle scene di gruppo ma hanno anche recitato e cantato.
In generale, però, tutti hanno riconosciuto all’autentico deus ex machina dell’impresa, il regista e autore dei testi Mario Bastreghi, il merito di aver trovato un equilibro quasi perfetto tra tutti gli elementi dello spettacolo e cioè parti cantate, movimenti in scena, video proiezioni, coerenza nella narrazione.
Adattando il testo di canzoni di grande successo del repertorio italiano, Bastreghi ha raccontato il ritorno di Ulisse ad Itaca; e stavolta ha dato l’impressione di aver rinunciato a qualche ammiccamento che strappava più di un sorriso per tenere più dritta la barra della complessa vicenda.
Le sirene del divertissement dopolavoristico non hanno incantato l’Ulisse acquavivano al quale va riconosciuto un grande merito: la tensione verso lo spettacolo “vero”, con le sue regole da rispettare, anche se realizzato da semplici appassionati della scena.