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CASTIGLIONE D'ORCIA. “L’impianto a biomasse che sorgerà a Gallina è contenuto nel programma elettorale del sindaco Fabio Savelli ed è stato ampiamente presentato durante le iniziative pubbliche dei mesi scorsi, sia nel capoluogo che nella frazione”. Inizia così la nota dell’amministrazione comunale di Castiglione d’Orcia sulle polemiche nate intorno alla realizzazione dell’impianto. “Questo progetto – continua la nota – è il primo vero passo, in Val d’Orcia, verso l’utilizzo di energie rinnovabili e, una volta messo a regime, potrà dare una risposta concreta all’impiego di residui di lavorazione agricola, come le granaglie e la paglia, che oggi presentano grosse difficoltà di collocazione”.
L’intervento. “La società Sorgenia – continua la nota spiegando l’intervento – prevede di realizzare nella zona industriale di Gallina, e non in mezzo alla campagna, un impianto per la produzione di un megawatt elettrico dalla combustione di prodotti residui dell’agricoltura, con potenzialità di quasi tre megawatt termici. L’impianto sarà realizzato quasi completamente all’interno di un grande magazzino di stoccaggio di cereali già esistente e, quindi, senza incrementare l’uso di suolo inedificato e senza consumare territorio rurale aperto. L’energia elettrica verrà immessa in rete attraverso una linea già esistente che Enel sta migliorando per abbattere le dispersioni e che è stata autorizzata anche dal Comune di Pienza. Per quanto riguarda l’energia termica, l’impianto è già dotato di uno strumento per il prelievo del calore. Su sollecitazione e prescrizione voluta dal Comune di Castiglione d’Orcia e recepita nell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia – afferma ancora la nota – non appena l’azienda avrà concluso i lavori e avviato gli impianti, sarà possibile sottoscrivere accordi con gli altri imprenditori operanti nella zona artigianale di Gallina per l’utilizzo a basso costo del calore prodotto. E’, inoltre, allo studio l’ipotesi di estendere l’utilizzo del calore anche all’abitato di Gallina”.
“I lavori per l’installazione delle attrezzature – spiega la nota – sono iniziati lo scorso gennaio, dopo il rilascio dell’autorizzazione da parte dell’Ufficio Ambiente della Provincia nel luglio 2008, preceduto da un anno e mezzo di istruttoria e di valutazione del progetto da parte dell’amministrazione provinciale, dell’Agenzia provinciale per l’energia, dell’Arpat e della Asl di Siena per gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica, e del Comune per quelli urbanistici. Con il completamento dei lavori, la struttura sarà migliorata e sarà trovato il miglior inserimento possibile, sotto il profilo paesaggistico, per l’impianto produttivo. Sono previste, infatti, la messa a dimora di piante di alto fusto e la colorazione delle facciate del magazzino e degli impianti esterni, oltre al completamento delle opere primarie convenzionate con la vecchia proprietà e mai realizzate, quali il rifacimento di un tratto di Via del Colombaio”.
I prossimi sviluppi. “Il Comune – si legge ancora nella nota – sta organizzando alcuni incontri pubblici con la Provincia, Sorgenia e Toscana Cereali per illustrare ai cittadini il progetto, i processi e le tecnologie che saranno usati. L’intenzione è quella di raggiungere un accordo-protocollo, che sarà approvato dal Comune, in via preliminare, per monitorare tutti gli aspetti connessi all’ambiente; per garantire la provenienza della materia prima da trasformare e per prevedere forme di collaborazione pubblico-privato di contenuto finanziario. L’Arpat e la Asl, su preciso indirizzo delle amministrazioni provinciale e comunale, hanno preteso anche che Sorgenia effettuasse prove di laboratorio con l’utilizzo dei prodotti dell’agricoltura valdorciana che alimenteranno realmente l’impianto. I test hanno dato ampie rassicurazioni sulla salubrità delle emissioni. La cenere derivante dalla combustione, che non è tossica, sarà, raccolta in appositi contenitori per essere utilizzata come concime, una volta ottenuti i nulla osta da parte dell’Arpat, e non sarà scaricata nel fiume Orcia”.
“Stiamo lavorando – conclude la nota – sulle prese di campionamento necessarie a monitorare l’andamento della produzione di energia elettrica e di calore. I dati saranno annotati in un registro e verificati, periodicamente, dall’amministrazione provinciale. Nei primi dieci giorni di avviamento l’impianto sarà monitorato costantemente per verificare la corrispondenza delle emissioni con i dati di laboratorio e le modalità di prelievo saranno concordate con Arpat e Provincia. Con la messa a regime dell’impianto, questo processo sarà un’importante opportunità economica per tutti i produttori cerealicoli della Val d’Orcia, visto che l’autorizzazione provinciale prevede di dichiarare se il materiale vegetale proverrà da territori esterni a quelli indicati nel progetto e che comprendono le aree agricole di Castiglione d’Orcia, Radicofani, Pienza, San Quirico d’Orcia e Montalcino”.