di Leonardo Mattioli
Viviamo in un paese in cui c'e' "liberta' di informazione ma non c'e' informazione libera". Questa tesi, molto personale, e' stata illustrata dal giornalista Luigi Accattoli (foto), considerato il "principe" dei vaticanisti, cioe' dei giornalisti che si occupano di Vaticano, durante un convegno sfociato in una tavola rotonda sulla liberta' di stampa promosso dal settimanale religioso "Araldo poliziano" e dal settimanale "Toscana oggi" aperto e chiuso da un saluto di Monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo di Chiusi, Pienza e Montepulciano.
Dal convegno, organizzato da Massimo Benicchi collaboratore di varie testate locali, in effetti ci si aspettava molto dato il tema proposto e infatti l'oratorio della Chiesa di Sant'Agnese di Montepulciano, dove si e' svolto l'evento, all'inizio si e' presentato affollato di pubblico e pieno come un uovo: poi via via che la tavola rotonda si e' sviluppata dopo l'intervento di Accattoli, ha cominciato a svuotarsi perdendo interesse anche per colpa del fiacco e noioso dibattito tenuto dai giornalisti presenti, con qualche eccezione. Ma andiamo con ordine: dopo il saluto del Vescovo, Accattoli ha svolto il suo intervento sue due piani: uno generale e uno specifico legato alla sua esperienza diretta. Sul piano generale il giornalista, per anni "punta di diamante" prima di Repubblica e poi del Corriere della Sera, ha sostenuto che in Italia l'informazione "patisce la liberta' per via del conflitto di interessi del premier. L'informazione tende a trasformarsi in propaganda politica come avviene per il TG 1 e il TG 5. Sono anche propaganda politica le campagne condotte dal Giornale di Vittorio Feltri contro l'ex direttore di Avvenire Dino Boffo e contro il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Poi c'e' anche la confittualita' mediatica a causa dell'aggressivita' che riscontriamo nei talk show televisivi e nei blog. Di fatto sono una strozzatura per la liberta' di stampa".
Quanto al rapporto tra media e Chiesa Accattoli lo ha definito come "una spina nella carne della Chiesa perche' e' uno stimolo pungente ma tormentoso e continuo . Un rapporto che si puo' migliorare anche se non sanare". Fin qui Accattoli che poi ha lasciato spazio alla cosiddetta tavola rotonda sulla liberta di stampa moderata dal volenteroso direttore di "Toscana oggi" Andrea Fagioli ma senza grossi risultati. In effetti sia il direttore di "Araldo poliziano", Don Azelio Mariani che i rappresentanti de "La Nazione" di Siena con il nuovo caposervizio Tommaso Strambi e del "Corriere di Siena" ma dell'edizione di Viterbo con Gabriele Anselmi non hanno aggiunto nulla di nuovo rispetto a quello che il pubblico si aspettava. Invece, e questo va sottolineato, nessuno ha risposto a una bella domanda del direttore di "Prima Pagina", quindicinale di sinistra e critico con tutti che esce tra la Toscana di Chiusi e l'Umbria di Citta' della Pieve, Marco Lorenzoni: " Come mai – ha chiesto – La Nazione che a livello nazionale e' considerata vicina al centro destra, a livello provinciale e' vista molto vicina al governo locale, quindi di centro sinistra?". Ecco forse una risposta a questa domanda avrebbe chiarito i termini della liberta di stampa a livello locale.