POGGIBONSI. Da Rifondazione Comunista riceviamo e pubblichiamo.
“L’ampliamento dell’Archeodromo di Poggio Imperiale, notizia fresca di stampa, ha una grande rilevanza dal punto di vista culturale per la nostra città. Sei nuove capanne andranno ad arricchire il museo en plein air situato nella nostra Fortezza, che diventerà, quindi, il più grande parco d’Italia dedicato all’archeologia sperimentale.
Quella dell’Archeodromo è stata un’iniziativa senza dubbio positiva, poiché ha saputo individuare una strategia efficace nell’ardua impresa della divulgazione dei risultati della ricerca scientifica ad una platea vasta di fruitori.
A nostro avviso, lo stesso approccio innovativo e, al tempo stesso, scientificamente rigoroso dovrebbe essere applicato alle molte possibilità che il territorio offre in termini di valorizzazione storico-culturale.
Restando sul Poggio Imperiale, per esempio, salta agli occhi a chiunque l’arrancare ormai decennale del progetto di scavo dei resti dell’insediamento bassomedievale raso al suolo nel 1270; così come l’estemporaneità degli interventi di restauro e valorizzazione che interessano il circuito della Fortezza medicea e la Fonte delle Fate; e anche il tramonto della vocazione polifunzionale e di ricerca che lo stesso Cassero doveva avere, stando ai proclami dell’Amministrazione del lontano 2004, quando la struttura venne aperta al pubblico dopo la poderosa opera di restauro.
Riteniamo che, assieme all’ampliamento dell’Archeodromo, ci si debba urgentemente adoperare per completare gli scavi archeologicidel Poggio Imperiale; intervenire per il recupero dei locali interni e sotterranei del Cassero, ormai destinati a poco più che un magazzino per gli attrezzi; avviare un processo di pianificazione volto alla manutenzione e al mantenimento delle mura della Fortezza, attaccate dalla vegetazione in più punti; reperire un locale idoneo per il museo paleontologico un tempo custodito nel Palazzo Pretorio.
Ma un progetto di città che si racconta, quando la città è Poggibonsi, non può certo fermarsi al medioevo….
Integrare un parco storico-archeologico ampio e polivalente con l’abitato a valle è per noi un obiettivo irrinunciabile nel percorso di valorizzazione culturale del territorio.
Territorio che, oltre a quella del 1270, ha subito una semi-demolizione nel 1943-44, e che pochi decenni dopo ha saputo trasformarsi in una delle capitali toscane del Miracolo economico italiano….
Eventi studiati e celebrati in più di un’opera storiografica, ma che ad oggi non possiedono un luogo in cui poter essere materialmente fruiti in maniera interattiva dai nostri cittadini e non solo.
Il riutilizzo, per esempio, dei molti stabili dismessi della nostra città per la realizzazione di un museo regionale del Boom economico e del lavoro, con una sezione riservata alla storia del Novecento poggibonsese, ci pare una soluzione oltre che percorribile, anche in linea con il trentennale dinamismo scientifico-divulgativo che ha caratterizzato il nostro Comune nell’attenzione all’area del Poggio Imperiale.
Pensiamo ad una città che parla di cultura, sa di cultura, ed è in grado di raccontarla alle nuove generazioni, a chi vive da noi ma non è nato qui, a chi ci viene a trovare durante una vacanza”.