CHIUSI. Uno spettacolare percorso turistico è in funzione da ieri (13 marzo), grazie a una scala in acciaio che consente di oltrepassare le storiche mura, da poco restaurate, e dirigersi a valle. Siamo nella zona del Prato, già “Giuoco del Pallone”, oggi piazzale Vittorio Veneto: di fronte le dolci colline di questa parte della Toscana, il castello che domina la città e sullo sfondo, il profilo di Chianciano Terme e Montepulciano. Qui, a nord della Chiusi antica, gli Etruschi costruirono possenti mura, che hanno ricevuto continui interventi e ampliamenti, dai Romani fino al Rinascimento. Poi il crollo di una piccola porzione a fine dicembre 2005, arrivato dopo il leggero spanciamento già registrato a metà Ottocento, i danni subiti durante l’ultima guerra, ma anche l’invisibile erosione delle acque.
Il Comune di Chiusi si è subito adoperato per cercare finanziamenti destinati al recupero, trovando un interlocutore attento nella Regione Toscana, che ha riconosciuto l’eccellente gestione da parte dell’ente dei finanziamenti per il recupero del patrimonio archeologico.
Un contributo è arrivato anche dalla Fondazione Monte dei Paschi, fino ad arrivare alla piena disponibilità dell’investimento, pari a 355 mila euro. In mezzo ci sono stati una ricerca archeologica ma anche archivistica, bibliografica e iconografica – che mancava – di un manufatto figlio di una stratificazione di epoche diverse, oltre al ritrovamento di un pozzo etrusco, che ha contribuito a dilatare e a far modificare i lavori. Tra problemi di ogni tipo si è passati al consolidamento del terreno alla base, al miglioramento del sistema di raccolta delle acque meteoriche della piazza, al recupero del paramento murario e alla ricostruzione del tratto crollato.
Quindi, il colpo a effetto: la scenografi scala bianca, che costeggia uno splendido muro in travertino, costellato da luci a led per agevolare l’uso notturno. Tecnologia e architettura contemporanee, studiati da un gruppo di progettazione formato dall’architetto Raffaella Lugli e Raffaella Grilli e coordinato dall’ingegner Vittorio Gusella docente all’Università di Perugia, sono serviti a trasformare le mura cittadine da limite al passaggio ad opportunità di rilancio turistico. L’area era finora poco frequentata finora ma adesso, oltre al Belvedere, offre la potenzialità di un bellissimo itinerario tra storia e natura. Per ora è stata allestita un’area attrezzata con panchine e cestini, delimitata da una staccionata in legno e metallo, con una copertura in ghiaia del terreno. In prospettiva, il percorso può andare sia ad est che ovest, intorno a una cittadina di straordinaria importanza almeno fino all’epoca medievale, che merita di essere valorizzata. Intanto, da un problema ne è scaturita una soluzione ingegnosa. “È la migliore risposta – osserva il sindaco Luca Ceccobao – che potevamo dare dopo l’improvviso cedimento di questo tratto delle mura urbane”. Turisti e residenti sapranno sicuramente apprezzare la novità.
Il Comune di Chiusi si è subito adoperato per cercare finanziamenti destinati al recupero, trovando un interlocutore attento nella Regione Toscana, che ha riconosciuto l’eccellente gestione da parte dell’ente dei finanziamenti per il recupero del patrimonio archeologico.
Un contributo è arrivato anche dalla Fondazione Monte dei Paschi, fino ad arrivare alla piena disponibilità dell’investimento, pari a 355 mila euro. In mezzo ci sono stati una ricerca archeologica ma anche archivistica, bibliografica e iconografica – che mancava – di un manufatto figlio di una stratificazione di epoche diverse, oltre al ritrovamento di un pozzo etrusco, che ha contribuito a dilatare e a far modificare i lavori. Tra problemi di ogni tipo si è passati al consolidamento del terreno alla base, al miglioramento del sistema di raccolta delle acque meteoriche della piazza, al recupero del paramento murario e alla ricostruzione del tratto crollato.
Quindi, il colpo a effetto: la scenografi scala bianca, che costeggia uno splendido muro in travertino, costellato da luci a led per agevolare l’uso notturno. Tecnologia e architettura contemporanee, studiati da un gruppo di progettazione formato dall’architetto Raffaella Lugli e Raffaella Grilli e coordinato dall’ingegner Vittorio Gusella docente all’Università di Perugia, sono serviti a trasformare le mura cittadine da limite al passaggio ad opportunità di rilancio turistico. L’area era finora poco frequentata finora ma adesso, oltre al Belvedere, offre la potenzialità di un bellissimo itinerario tra storia e natura. Per ora è stata allestita un’area attrezzata con panchine e cestini, delimitata da una staccionata in legno e metallo, con una copertura in ghiaia del terreno. In prospettiva, il percorso può andare sia ad est che ovest, intorno a una cittadina di straordinaria importanza almeno fino all’epoca medievale, che merita di essere valorizzata. Intanto, da un problema ne è scaturita una soluzione ingegnosa. “È la migliore risposta – osserva il sindaco Luca Ceccobao – che potevamo dare dopo l’improvviso cedimento di questo tratto delle mura urbane”. Turisti e residenti sapranno sicuramente apprezzare la novità.