ABBADIA SAN SALVATORE. “E’ importante e giusto rivisitare quanto accadde in Amiata sessant’anni fa perché ci consente di ricordare il passato di queste terre e di capire meglio la realtà locale”. E’ stato questo il primo commento di Piero Fassino, intervenuto ad Abbadia San Salvatore in occasione del convegno “Memorie di un luglio caldo ad Abbadia” che si è svolto ieri (3 ottobre) nel capoluogo badengo, nei locali del Club 71, e che ha visto una partecipazione molto numerosa. L’iniziativa, promossa da Polis, Centro per il dialogo tra le istituzioni e dal Comune di Abbadia San Salvatore, con il contributo della Fondazione Mps, è stata animata da un ricco dibattito che ha visto il contributo di studiosi di storia locale e non solo, quali Alessandro Orlandini, presidente dell’Asmos, Archivio del movimento operaio democratico senese; Roberto Barzanti, già parlamentare europeo; Gino Serafini, studioso di storia locale; Achille Mirizio, storico; Maurizio Boldrini, giornalista. Subito dopo il dibattito Piero Fassino è stato protagonista, insieme allo scrittore Andrea Camilleri, della tavola rotonda coordinata da Maurizio Boldrini. “Non ero ancora nato quando ci fu l’attentato a Togliatti – ha aggiunto Fassino – ma ho ricostruito il clima politico ed i fatti di allora grazie ad uno dei miei maestri politici, Aventino Pace, e ai racconti di mio padre sul difficile dopoguerra di Torino”. “I fatti che si verificarono in Amiata dopo l’attentato a Palmiro Togliatti – ha continuato Fassino analizzando meglio quanto avvenne ad Abbadia San Salvatore – furono influenzati da due fattori: la crisi economica e sociale legata alla situazione precaria delle miniere e la forte cultura solidaristica che, da sempre, caratterizza questo territorio. La velleità insurrezionale di quei giorni si unì alla forte volontà di difendere in tutti i modi la democrazia appena conquistata con tanti sacrifici. Possiamo dire che il tentativo di insurrezione fu soprattutto una reazione alla sconfitta elettorale di pochi mesi prima. A tutto questo,poi, si aggiunsero le mosse conservatrici del ministro Scelba”. La tavola rotonda si è arricchita con l’intervento di Andrea Camilleri, amiatino di adozione da oltre 40 anni, che, con la consueta ironia che lo caratterizza, ha raccontato come ha vissuto i giorni seguiti all’attentato a Togliatti in Sicilia, dove ci furono molti comizi ma pochi scontri con la polizia. Prima di chiudere il suo intervento, ha voluto dedicare un saluto agli amiatini, definendoli “forti e discreti” e confessando che in quelle zone, dove ha una residenza, si sente protetto. “Questa iniziativa – ha commentato Franco Ceccuzzi, presidente di Polis, Centro per il dialogo tra le istituzioni – non è stata promossa per un sussulto nostalgico o per cercare, artigianalmente, di cimentarci con la storiografia locale. Abbiamo voluto, piuttosto, rivivere le emozioni, ascoltare il cuore di chi ha vissuto in prima persona quei giorni, e, soprattutto, portare un tributo a chi, prima di noi, ha lottato, a volte pagando con la propria vita, per consegnarci il tempo in cui viviamo, le libertà e i diritti di cui godiamo. L’associazione Polis è nata per iniziativa di dirigenti del Partito Democratico che vengono dalla storia della sinistra senese e che hanno, seppur brevemente, anche militato nel Pci. La nostra associazione vuole contribuire a mantenere viva la storia e la funzione della sinistra senese per farne materia viva di trasmissione di valori e di formazione politica. Abbadia, per i fatti del 1948 e non solo, è meta obbligata nel pellegrinaggio dei luoghi simbolo della storia dei comunisti italiani. Per questo Polis non è e non sarà mai un'area politica del Pd”. “Esprimiamo – ha concluso Ceccuzzi – il nostro sentito cordoglio a tutti i caduti di quelle tragiche giornate, la guardia Battista Carloni, il maresciallo Ranieri Virgilio ed il capolega Severino Meiattini. Il nostro tributo, poi, va a tutta la popolazione di Abbadia che ha vissuto quei tumultuosi eventi, a tutti coloro che subirono soprusi, ingiustizie e violenze e a tutti gli oltre 300 arrestati in tutta la provincia di Siena. Un sentito ringraziamento, infine, lo rivolgo a tutti coloro che hanno sostenuto questa iniziativa, con il loro lavoro ed il loro contributo. Un grazie particolare va ai dieci protagonisti del video che abbiamo realizzato, che hanno aperto i loro cuori di fronte alle telecamere: Ideale Tondi, Vilma Flori, Perseo Stolzi, Ennio Guerrini, Laviano Piccinetti, Leonida Castelli, Giuliano Baiocchi, Mario Rossetti, Lide Rossi e Lina Fracassini”. “Questa rievocazione – ha aggiunto Lorenzo Avanzati, sindaco di Abbadia San Salvatore – non vuole essere una rilettura storiografica di quei fatti, ma un momento di riflessione su un periodo storico importante che ha segnato per sempre la storia della comunità amiatina e, in particolare, badenga. Vorrei dedicare questa iniziativa a Fazio Fabbrini, amiatino e consigliere prezioso per la sua intensa esperienza politica, e a Loris Rosati, che purtroppo non è più con noi, ma che teneva molto a questa iniziativa per ricordare i fatti del luglio 1948 ad Abbadia San Salvatore”. La serata si è chiusa con la proiezione del video “Hanno sparato a Togliatti!. Memorie di un luglio caldo ad Abbadia” che ha proposto immagini storiche di quanto avvenne in Italia e nel capoluogo badengo nel luglio del 1948 e le interviste a persone di Abbadia e Piancastagnaio che hanno ricordato i fatti, la dura repressione, le emozioni vissute in quelle ore, la grande solidarietà che si manifestò nei confronti delle persone arrestate e, infine, l’importanza di ricordare e di tramandare alle future generazioni quanto è accaduto in quegli anni in Amiata. Un’ultima sezione del video è stata dedicata alla grande manifestazione organizzata nel campo sportivo di Abbadia San Salvatore il 26 giugno 1949, quando Palmiro Togliatti si recò nel capoluogo badengo per inaugurare la nuova Casa del Popolo.