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VALDICHIANA. “Per troppe donne la violenza è pane quotidiano”. Questa la frase, con caratteri rossi, impressa sui sacchetti bianchi utilizzati per il pane, distribuiti in 20 mila esemplari delle panetterie della Valdichiana senese.
L’iniziativa, che gioca con ironia sulla quotidianità di buone e cattive abitudini per affermare un problema serissimo, è una delle tante trovate dell’attivo Centro parti opportunità, servizio associato dell’Unione dei Comuni della Valdichiana. Ovviamente, la distribuzione dei sacchetti non poteva che coincidere con i festeggiamenti dell’8 marzo che vanno avanti per tutto il mese, grazie anche all’associazione Amica Donna. L’iniziativa è stata ideata per sensibilizzare sulla violenza silente che molte donne subiscono quotidianamente. Il senso è chiaro: il pane entra quotidianamente nelle case di tutti, ma la violenza alle donne deve rimanerne fuori. Così, il sacchetto del pane è stato pensato per portare un messaggio a casa e in famiglia, che si riconfermano luogo centrale del riaffermarsi del nesso fra violenza e affetti. Un nesso ambiguo che spesso porta ancora alla rimozione, al mancato riconoscimento della violenza da parte di tante, troppe donne. La violenza, come dimostrano i dati, appartiene più alla normalità che alla patologia ed è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenza di razza, età o religione. Purtroppo, i continui fatti di cronaca e i dati impressionanti del ricorso alle cure in ospedale (almeno una donna al giorno a Nottola) dimostrano la gravità del problema. Le stime rilevano che in Italia il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente abbia subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner.
Rispetto al tema della violenza di genere il servizio associato Centro pari opportunità si è impegnato anche a far passare per tutto il mese di marzo nelle sale del Cinema Clev Village di Chiusi il proprio spot “Qualcuno ti vede”. Intanto, il contenitore del pane con impresso il messaggio di denuncia è stato utilizzato anche per un’opera dell’artista Cinzia Verni, con un manichino a forma di donna “vestita” da tanti sacchetti con un pane inserito. Fa parte della mostra dedicata alla violenza di genere, al lavoro delle donne e alle pari opportunità, dal titolo Violaviolato (promossa dall’associazione Amica donna con il patrocino del Cesvot e la collaborazione di: Centro pari opportunità, Nuova accademia degli Arrischianti, le associazioni Donna chiama donna, Donneinsieme Valdelsa, Volto Amico Arcisolidarietà Montallese, Misericordia Sarteano). Oltre ai temi fondamentali della mostra viene affermata la ricerca raffinata ed estetica dell’artista che si muove attraverso un filo viola della memoria. Le carte sono fonte di ispirazione e materiale di informazione che, attraverso tecniche sperimentali, si trasformano in oggetti, opere, abiti racconto, poesia visiva e provocazioni. La mostra sarà aperta al pubblico fino a sabato 20 marzo, dalle 11 alle 17 nella sala Logge della Mercanzia del Palazzo del Capitano, nei pressi di piazza Grande a Montepulciano. Intanto, continuano le iniziative e gli spettacoli, come quello previsto per venerdì12 marzo al teatro Pinsuti di Sinalunga, dal titolo “La fabbrica delle donne”. Il tentativo è sensibilizzare su una realtà che non è fatta solo di violenza, ma anche di discriminazione economica e sociale. Il convegno dedicato a Torrita di Siena al tema delle “donne e nuove povertà”, ha dimostrato che in Italia lavora soltanto il 46,1% di donne, contro la media europea del 59%. Sette milioni di donne in età lavorativa sono fuori dal mercato del lavoro. In più, come rivela uno studio fatto dall’Università Bocconi di Milano, una donna su quattro lascia il lavoro dopo aver avuto il primo figlio, pur dichiarando di voler comunque rientrare. In un mercato del lavoro sempre più flessibile, ciò si traduce con ripercussioni economiche negative sulle donne, in particolare quelle più anziane.
L’iniziativa, che gioca con ironia sulla quotidianità di buone e cattive abitudini per affermare un problema serissimo, è una delle tante trovate dell’attivo Centro parti opportunità, servizio associato dell’Unione dei Comuni della Valdichiana. Ovviamente, la distribuzione dei sacchetti non poteva che coincidere con i festeggiamenti dell’8 marzo che vanno avanti per tutto il mese, grazie anche all’associazione Amica Donna. L’iniziativa è stata ideata per sensibilizzare sulla violenza silente che molte donne subiscono quotidianamente. Il senso è chiaro: il pane entra quotidianamente nelle case di tutti, ma la violenza alle donne deve rimanerne fuori. Così, il sacchetto del pane è stato pensato per portare un messaggio a casa e in famiglia, che si riconfermano luogo centrale del riaffermarsi del nesso fra violenza e affetti. Un nesso ambiguo che spesso porta ancora alla rimozione, al mancato riconoscimento della violenza da parte di tante, troppe donne. La violenza, come dimostrano i dati, appartiene più alla normalità che alla patologia ed è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenza di razza, età o religione. Purtroppo, i continui fatti di cronaca e i dati impressionanti del ricorso alle cure in ospedale (almeno una donna al giorno a Nottola) dimostrano la gravità del problema. Le stime rilevano che in Italia il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente abbia subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner.
Rispetto al tema della violenza di genere il servizio associato Centro pari opportunità si è impegnato anche a far passare per tutto il mese di marzo nelle sale del Cinema Clev Village di Chiusi il proprio spot “Qualcuno ti vede”. Intanto, il contenitore del pane con impresso il messaggio di denuncia è stato utilizzato anche per un’opera dell’artista Cinzia Verni, con un manichino a forma di donna “vestita” da tanti sacchetti con un pane inserito. Fa parte della mostra dedicata alla violenza di genere, al lavoro delle donne e alle pari opportunità, dal titolo Violaviolato (promossa dall’associazione Amica donna con il patrocino del Cesvot e la collaborazione di: Centro pari opportunità, Nuova accademia degli Arrischianti, le associazioni Donna chiama donna, Donneinsieme Valdelsa, Volto Amico Arcisolidarietà Montallese, Misericordia Sarteano). Oltre ai temi fondamentali della mostra viene affermata la ricerca raffinata ed estetica dell’artista che si muove attraverso un filo viola della memoria. Le carte sono fonte di ispirazione e materiale di informazione che, attraverso tecniche sperimentali, si trasformano in oggetti, opere, abiti racconto, poesia visiva e provocazioni. La mostra sarà aperta al pubblico fino a sabato 20 marzo, dalle 11 alle 17 nella sala Logge della Mercanzia del Palazzo del Capitano, nei pressi di piazza Grande a Montepulciano. Intanto, continuano le iniziative e gli spettacoli, come quello previsto per venerdì12 marzo al teatro Pinsuti di Sinalunga, dal titolo “La fabbrica delle donne”. Il tentativo è sensibilizzare su una realtà che non è fatta solo di violenza, ma anche di discriminazione economica e sociale. Il convegno dedicato a Torrita di Siena al tema delle “donne e nuove povertà”, ha dimostrato che in Italia lavora soltanto il 46,1% di donne, contro la media europea del 59%. Sette milioni di donne in età lavorativa sono fuori dal mercato del lavoro. In più, come rivela uno studio fatto dall’Università Bocconi di Milano, una donna su quattro lascia il lavoro dopo aver avuto il primo figlio, pur dichiarando di voler comunque rientrare. In un mercato del lavoro sempre più flessibile, ciò si traduce con ripercussioni economiche negative sulle donne, in particolare quelle più anziane.