3 maggio in Fortezza a Montepulciano si parla di programmazione socio sanitaria. La presa in carico del malato cronico e la prevenzione delle cronicità i cardini del percorso
MONTEPULCIANO. Un sistema di cure primarie raccordato con l’ospedale di riferimento, i medici di famiglia organizzati in aggregazioni territoriali per la continuità assistenziale e garanti della salute dei propri assistiti, la collaborazione clinico-diagnostica con gli specialisti per dare a tutto tondo un’assistenza qualificata alla popolazione.
Questi i principali tratti di sviluppo della sanità territoriale di cui si è parlato oggi nell’edizione della Val di Chiana Senese di “Tessere i territori”, alla Fortezza di Montepulciano, dove si sono confrontati operatori sanitari e socio sanitari, rappresentanti del volontariato, sindacali e componenti della direzione dell’Azienda Usl Toscana Sud Est per delineare, a partire dai dati epidemiologici, le linee di programmazione del piano integrato di salute.
“In un periodo di crisi economica e di riduzione delle risorse” ha sottolineato Enrico Desideri, direttore generale ASL Toscana sud est “il nostro compito è garantire risposte ai bisogni di benessere e salute di tutti i cittadini, soprattutto di quelli che per livello di reddito o di istruzione non accedono ai servizi. ”
Quella dei dieci comuni della Val di Chiana Senese è una fotografia che se da una parte non presenta peculiarità importanti dal punto di vista demografico, dall’altra conta la percentuale di anziani più alta della media regionale (su poco più di 59.000 abitanti, il 27,54 per cento sono ultrasessantacinquenni) e bassi tassi di natalità. Perciò, aumentando il numero di anziani, aumentano proporzionalmente le percentuali di coloro che hanno una malattia cronica, quale il diabete, lo scompenso cardiaco, la BPCO. E’ alta, infatti, la mortalità per cardiopatia ischemica nei maschi, significativamente superiore alla media regionale (58,7 per mille, rispetto al 52,5 della regione) e la prevalenza per pregresso ictus sempre nei maschi.
La presa in carico del malato cronico e la prevenzione delle cronicità, con corretti stili di vita, restano quindi i cardini del percorso da seguire.
“Il modello delle reti cliniche integrate, che sta prendendo corpo nella nostra ASL – precisa Desideri – ha proprio l’obiettivo di intercettare precocemente le patologie e velocizzare la presa in carico dei pazienti grazie alla collaborazione strutturata fra professionisti del territorio e dell’ospedale”. “E’ dimostrato che un paziente cronico, ad esempio uno con scompenso cardiaco, che viene seguito nell’adesione alle terapie e fa i controlli appropriati nei tempi stabiliti ha un rischio infinitamente minore di ospedalizzazione e ciò ha un riflesso anche sui costi che ricadono sulla comunità”.
Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti a gruppi di professionisti per approfondire le tematiche messe a fuoco nella mattinata. In particolare, la strutturazione del percorso cardiologico, l’equità delle cure in relazione ai “bisogni speciali” delle persone con disabilità, i servizi e le proposte per affrontare il disagio di adolescenti e giovani, i bisogni e le prospettive di organizzazione dei servizi distrettuali della Valdichiana. Partendo dagli esiti di questi tavoli di lavoro comincerà la costruzione del Piano integrato di salute che disegna, con la collaborazione di Comuni, ASL, associazioni, volontariato e organismi di tutela, la mappa dei servizi del territorio nei prossimi anni.