CHIUSI. E’ partito da Chiusi il sopralluogo delle commissioni Affari istituzionali e Agricoltura su quattro strutture regionali da cedere ai comuni. Lo prevede una proposta di legge ora all’esame delle due commissioni, con contributi per complessivi 4 milioni di euro al fine di permetterne la ristrutturazione.
Strutture in disuso, patrimoni ingenti, come nel caso del Centro macellazione carni per l’Italia centrale: 110mila metri quadri ormai in stato di abbandono. Nato negli anni 60 per la macellazione di suini e bovini di tutta l’Italia centrale, l’impianto non è mai decollato appieno; è stato a lungo commissariato ed è passato dallo Stato nella proprietà della Regione nel 2006. Attualmente, solo la parte destinata al congelamento è ancora a norma.
“Quello che chiediamo – ha detto il sindaco Luca Ceccobao – è di sanare un vulnus storico di questo territorio, rilanciare l’intera area che è di primo accesso al manifatturiero, aprendo anche all’attività di privati”. L’idea, ha spiegato il sindaco è quella di “costruire servizi dimensionati alle esigenze dell’allevamento locale (sul mattatoio sarà presentato un progetto per intercettare i contributi regionali) e per la restante parte aprire alle attività produttive”.
Su questo punto, e più in generale sull’impostazione della legge, si differenziano le posizioni dei consiglieri regionali. “Quello che è evidente – dice Ilio Pasqui (Pd) presidente commissione Affari istituzionali – è che continuare con la gestione diretta significherebbe prolungare questi 40 anni di inefficienza. Le richieste del sindaco sono logiche, quanto alle modalità avremo modo di confrontarci in commissione”.
Ci sono perplessità “sorte a una prima lettura del testo della Pdl presentato dalla Giunta regionale”, secondo Aldo Manetti (Prc), presidente della commissione Agricoltura. “La Regione si prepara a disfarsi di un patrimonio, cedendo inoltre somme ingenti che rientrano nella sua disponibilità. Non vorrei che questa operazione non avesse altro effetto che non aprire ai privati un importante bene pubblico”. Eventualità che non vede contrario Mauro Ricci (Pd), se inserita in un quadro definito dal Comune: “L’amministrazione locale sarà il miglior arbitro per il proprio territorio. Affidare l’area al Comune è l’idea più intelligente, questa è la posizione del gruppo che rappresentiamo. C’è la necessità di una ricucitura del territorio, i privati potranno giocare la loro parte”.
Sulla stessa linea anche Angela Notaro (An – Pdl), “favorevole all’ipotesi di affidare la soluzione al territorio. Si tratta di una struttura enorme che sarebbe difficile recuperare senza l’intervento di privati. Le amministrazioni locali, qui come negli altri impianti interessati, sapranno capire le esigenze del territorio e decidere. Non vedo, semmai, la necessità di ulteriori contributi dopo la cessione gratuita, anche nell’ottica di aprire ai privati”.
Oggi pomeriggio le commissioni saranno a Radda in Chianti per visitare l’ex impianto di invecchiamento vini di proprietà della Regione.
Strutture in disuso, patrimoni ingenti, come nel caso del Centro macellazione carni per l’Italia centrale: 110mila metri quadri ormai in stato di abbandono. Nato negli anni 60 per la macellazione di suini e bovini di tutta l’Italia centrale, l’impianto non è mai decollato appieno; è stato a lungo commissariato ed è passato dallo Stato nella proprietà della Regione nel 2006. Attualmente, solo la parte destinata al congelamento è ancora a norma.
“Quello che chiediamo – ha detto il sindaco Luca Ceccobao – è di sanare un vulnus storico di questo territorio, rilanciare l’intera area che è di primo accesso al manifatturiero, aprendo anche all’attività di privati”. L’idea, ha spiegato il sindaco è quella di “costruire servizi dimensionati alle esigenze dell’allevamento locale (sul mattatoio sarà presentato un progetto per intercettare i contributi regionali) e per la restante parte aprire alle attività produttive”.
Su questo punto, e più in generale sull’impostazione della legge, si differenziano le posizioni dei consiglieri regionali. “Quello che è evidente – dice Ilio Pasqui (Pd) presidente commissione Affari istituzionali – è che continuare con la gestione diretta significherebbe prolungare questi 40 anni di inefficienza. Le richieste del sindaco sono logiche, quanto alle modalità avremo modo di confrontarci in commissione”.
Ci sono perplessità “sorte a una prima lettura del testo della Pdl presentato dalla Giunta regionale”, secondo Aldo Manetti (Prc), presidente della commissione Agricoltura. “La Regione si prepara a disfarsi di un patrimonio, cedendo inoltre somme ingenti che rientrano nella sua disponibilità. Non vorrei che questa operazione non avesse altro effetto che non aprire ai privati un importante bene pubblico”. Eventualità che non vede contrario Mauro Ricci (Pd), se inserita in un quadro definito dal Comune: “L’amministrazione locale sarà il miglior arbitro per il proprio territorio. Affidare l’area al Comune è l’idea più intelligente, questa è la posizione del gruppo che rappresentiamo. C’è la necessità di una ricucitura del territorio, i privati potranno giocare la loro parte”.
Sulla stessa linea anche Angela Notaro (An – Pdl), “favorevole all’ipotesi di affidare la soluzione al territorio. Si tratta di una struttura enorme che sarebbe difficile recuperare senza l’intervento di privati. Le amministrazioni locali, qui come negli altri impianti interessati, sapranno capire le esigenze del territorio e decidere. Non vedo, semmai, la necessità di ulteriori contributi dopo la cessione gratuita, anche nell’ottica di aprire ai privati”.
Oggi pomeriggio le commissioni saranno a Radda in Chianti per visitare l’ex impianto di invecchiamento vini di proprietà della Regione.