COLLE VAL D'ELSA. Intervento di Mario Campatelli, presidente della Cna Val d'Elsa sulla grave situazione economica.
"Torniamo a parlare di situazione economica “locale” perché siamo ancora molto, molto preoccupati. Tutti gli indicatori economici ci dicono che la crisi ha picchiato duro ma, in Val d’Elsa e nel manifatturiero, ancora più duro. I dati ufficiali rilevano che, nell’artigianato della provincia di Siena, nel primo semestre del 2010 è stato perso l’11% di fatturato rispetto al 2009 e nel primo semestre del 2009 era stato perso il 16% rispetto allo stesso periodo del 2008. Nella nostra area, caratterizzata da una netta prevalenza di manifatturiero, le cose sono andate anche peggio mettendo in serie difficoltà la maggior parte delle aziende che, se pur in piedi, risultano fortemente “debilitate”. Queste aziende saranno difficilmente in grado di reggere a lungo questa situazione o, ancor peggio, di fronteggiare ulteriori difficoltà particolari come, ad esempio, la nuova normativa del "diritto d’autore sul design industriale” che dall’oggi al domani potrebbe mettere veramente fuori gioco parecchie decine di aziende del nostro territorio.
La ferrea volontà di resistere degli artigiani e dei piccoli imprenditori, unitamente a quanto di buono la politica locale e regionale è riuscita a mettere in campo, ci hanno consentito di arrivare fino a questo punto senza gravi perdite in termini di unità produttive e di occupazione. Temiamo però che il perdurare di fatturati, comunque insufficienti e la fine degli ammortizzatori sociali costringa molte aziende a ristrutturazioni e ridimensionamenti, anche pesanti, con perdita secca di parecchi posti di lavoro. E’ certamente dovere della più importante, diffusa e radicata, associazione di categoria dare indicazioni ed aiutare le imprese a tirarsi fuori da questo “pantano” gestendo al meglio le emergenze e puntando ad un deciso sviluppo economico per gli anni a venire. Dovremo aiutare l’accesso al credito, magari facendo leva sui consorzi fidi che si stanno dimostrando l’unico strumento in grado di alleviare il difficile rapporto con le banche. Auspichiamo una razionalizzazione ed una selezione degli ammortizzatori sociali, rivendicando il loro rifinanziamento, non come forma assistenziale, ma per dare il tempo necessario alle imprese per riorganizzarsi e ricollocarsi sui mercati. Per aiutare le sviluppo, stante la debolezza del mercato interno, dovremo incrementare la propensione all’esportazione e la capacità commerciale in generale. Per questo le politiche economiche, regionali e locali, dovrebbero aiutare il rafforzamento del tessuto manifatturiero,che alimenta attività di servizi, attraverso incentivi al potenziamento delle capacità commerciali e di esportazione. Esempi possono essere l’incentivo alla creazione di “reti” finalizzate allo sviluppo commerciale all’estero o incentivi a progetti di penetrazione in nuovi mercati. Questo perché oggi, prima della necessità di innovare, che va perseguita ed incentivata, è prioritario aprire alle nostre aziende nuovi mercati e fatturati, senza i quali, i conti economici non consentiranno grandi cambiamenti. Attraverso nuove modalità organizzative interne la Cna sta cercando di attrezzarsi meglio per stare ancora più vicino agli associati ed esserne un supporto determinante".
"Torniamo a parlare di situazione economica “locale” perché siamo ancora molto, molto preoccupati. Tutti gli indicatori economici ci dicono che la crisi ha picchiato duro ma, in Val d’Elsa e nel manifatturiero, ancora più duro. I dati ufficiali rilevano che, nell’artigianato della provincia di Siena, nel primo semestre del 2010 è stato perso l’11% di fatturato rispetto al 2009 e nel primo semestre del 2009 era stato perso il 16% rispetto allo stesso periodo del 2008. Nella nostra area, caratterizzata da una netta prevalenza di manifatturiero, le cose sono andate anche peggio mettendo in serie difficoltà la maggior parte delle aziende che, se pur in piedi, risultano fortemente “debilitate”. Queste aziende saranno difficilmente in grado di reggere a lungo questa situazione o, ancor peggio, di fronteggiare ulteriori difficoltà particolari come, ad esempio, la nuova normativa del "diritto d’autore sul design industriale” che dall’oggi al domani potrebbe mettere veramente fuori gioco parecchie decine di aziende del nostro territorio.
La ferrea volontà di resistere degli artigiani e dei piccoli imprenditori, unitamente a quanto di buono la politica locale e regionale è riuscita a mettere in campo, ci hanno consentito di arrivare fino a questo punto senza gravi perdite in termini di unità produttive e di occupazione. Temiamo però che il perdurare di fatturati, comunque insufficienti e la fine degli ammortizzatori sociali costringa molte aziende a ristrutturazioni e ridimensionamenti, anche pesanti, con perdita secca di parecchi posti di lavoro. E’ certamente dovere della più importante, diffusa e radicata, associazione di categoria dare indicazioni ed aiutare le imprese a tirarsi fuori da questo “pantano” gestendo al meglio le emergenze e puntando ad un deciso sviluppo economico per gli anni a venire. Dovremo aiutare l’accesso al credito, magari facendo leva sui consorzi fidi che si stanno dimostrando l’unico strumento in grado di alleviare il difficile rapporto con le banche. Auspichiamo una razionalizzazione ed una selezione degli ammortizzatori sociali, rivendicando il loro rifinanziamento, non come forma assistenziale, ma per dare il tempo necessario alle imprese per riorganizzarsi e ricollocarsi sui mercati. Per aiutare le sviluppo, stante la debolezza del mercato interno, dovremo incrementare la propensione all’esportazione e la capacità commerciale in generale. Per questo le politiche economiche, regionali e locali, dovrebbero aiutare il rafforzamento del tessuto manifatturiero,che alimenta attività di servizi, attraverso incentivi al potenziamento delle capacità commerciali e di esportazione. Esempi possono essere l’incentivo alla creazione di “reti” finalizzate allo sviluppo commerciale all’estero o incentivi a progetti di penetrazione in nuovi mercati. Questo perché oggi, prima della necessità di innovare, che va perseguita ed incentivata, è prioritario aprire alle nostre aziende nuovi mercati e fatturati, senza i quali, i conti economici non consentiranno grandi cambiamenti. Attraverso nuove modalità organizzative interne la Cna sta cercando di attrezzarsi meglio per stare ancora più vicino agli associati ed esserne un supporto determinante".