L'associazione ambientalista esprime tutta la sua preoccupazione relativa a due progetti di produzione idroelettrica sulla gora
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COLLE DI VAL D’ELSA. L’associazione Italia Nostra esprime forte preoccupazione per i due progetti, distinti ma fortemente interconnessi, relativi alla produzione di energia idroelettrica tramite la posa in opera di una condotta forzata dal diametro di m 1,20 che partendo da piazza Roberto Bandini giungerebbe fino alla Ferriera. Tale condotta permetterebbe di utilizzare per intero il prelievo attualmente concesso alla società Mak2 di 1.200 litri al secondo; attualmente tale prelievo non viene utilizzato causa il precario stato di conservazione delle gore, del resto se fosse attuato per molti mesi dell’anno avremmo praticamente il fiume in secca.
La portata del fiume alla Steccaia di San Marziale, punto di partenza della gora, è data quasi per intero del contributo delle sorgenti delle Vene e delle Caldane (non a caso il fiume a monte delle sorgenti ha il nome di
Elsa morta). Ebbene, secondo le più recenti misurazioni reali disponibili, effettuate dall’Università di Siena nei mesi di marzo e ottobre 2002, la portata delle due sorgenti presenta un valore che, rispetto ai valori
riscontrati nel passato, non può che sorprendere in quanto enormemente più basso, essendo inferiore a 500 l/sec (contro i 1.200 l/sec stimati dalla società proponente); e tutto lascia pensare, visto il trend delle
precipitazioni, che dal 2002 tale valore non sia certamente aumentato.
Alla luce di tutto ciò, il fatto che la Regione Toscana nel 2019 abbia avallato la concessione di 1.200 litri/sec fino al 2029 appare sconcertante; ma sarebbe ancora più sconcertante se la stessa Regione avallasse
l’estensione trentennale della concessione, pur nell’ottica della modulazione del prelievo su base stagionale.
Tutto nasce dal fatto che, riguardo la portata del fiume, i due progetti si basano non su valori scaturiti da misurazioni dirette ma su stime, rivelatesi assai superiori ai valori effettivamente riscontrati.
Altro aspetto carico di grande criticità appare la posa in opera della condotta forzata, soprattutto in via di Spugna, dove la gora corre sotto il marciapiede sul lato destro della via: mentre nei tratti a monte la condotta
corre a fianco della gora, lungo via di Spugna essa viene collocata, tramite una trivella spingitubo, sul fondo del canale.
Già per collocare la trivella va approntato all’imbocco della via uno scavo a cielo aperto, causando la totale distruzione del manufatto per svariati metri. Una volta posto in opera, il grande tubo – a tratti totalmente
interrato a tratti emergente dal fondo- altera la fisionomia della gora e ne danneggia irreparabilmente la stessa consistenza fisica. Ricordiamo che le gore non solo sono tutelate dagli strumenti urbanistici comunali
ma, costituendo un bene pubblico di interesse storico / culturale, sono automaticamente vincolate dal Codice dei Beni Culturali.
Non solo: dato che il muro destro della gora praticamente coincide con il muro di fondazione dei fabbricati, lo scavo potrebbe indebolire la resistenza dei terreni su cui queste appoggiano; senza considerare i possibili
danni indiretti causati dalle vibrazioni indotte dalla presenza di travertini e di concrezioni calcaree. Tali considerazioni fanno parte delle osservazioni che Italia Nostra, insieme ad altre associazioni e liberi cittadini, ha inviato alla Regione Toscana, esprimendo la forte contrarietà al progetto ed auspicando una nuova campagna di misurazioni -da svolgersi nell’arco temporale di almeno un anno per aggiornare e verificare in maniera incontrovertibile i dati sulla portata del fiume.
La Presidente di Italia Nostra sezione di Siena, Lucilla Tozzi.