MONTALCINO. Il Corpo Forestale dello Stato di Siena ha operato il sequestro di un’area pari a circa 40 ettari nel Comune di Montalcino, interessata dalla realizzazione di un invaso idrico per fini zootecnici ed opere connesse. La superficie interessata dall’escavazione per la realizzazione dell’invaso risultava essere di oltre 2 ettari, a fronte di un’autorizzazione che non raggiungeva l’ettaro e mezzo; questo allargamento ha superato la fascia di rispetto di 150 metri dal fiume Orcia.
Tre le persone denunciate in concorso tra di loro: il responsabile della proprietà, il progettista e direttore dei lavori ed il titolare della ditta di escavazione che aveva materialmente eseguito gli stessi. Gli indagati avevano realizzato ex novo anche una parte della viabilità di accesso all’area di cantiere e allargato dei tratti di quella già esistente, andando anche in questo caso ad interessare parzialmente la fascia contigua al fiume Orcia, paesaggisticamente vincolata. La realizzazione di questa viabilità aveva anche comportato la costruzione di un terrapieno su un corso d’acqua minore, modificandone pertanto il regolare deflusso.
Tutta l’area oggetto del provvedimento di sequestro, risultava inoltre delimitata da una recinzione il cui tracciato non rispettava quello autorizzato, avendo anche invaso terreni ricadenti nel Demanio dello Stato.
L’aspetto più interessante riguarda comunque l’ipotesi che, durante i lavori di escavazione per la realizzazione del lago, sia stato prelevato materiale ghiaioso in quantità superiore a quella dei progetti. Gli agenti accertatori ritengono che l’allargamento della superficie di scavo e le stesse modalità esecutive siano state finalizzate a massimizzare la quantità di ghiaia, di significativo valore economico, essendo impiegabili in processi industriali.
Il cantiere si trova su ecosistemi ripariali, tra quelli che godono di un miglior stato di conservazione nelle nostre zone e, contemporaneamente, sono tra i più vulnerabili.
Gli interventi, inoltre sono stati effettuati in una tra le aree di maggiore pregio naturalistico ambientale dell’intera Provincia di Siena qual è la Valdorcia, patrimonio dell'Unesco.
Tre le persone denunciate in concorso tra di loro: il responsabile della proprietà, il progettista e direttore dei lavori ed il titolare della ditta di escavazione che aveva materialmente eseguito gli stessi. Gli indagati avevano realizzato ex novo anche una parte della viabilità di accesso all’area di cantiere e allargato dei tratti di quella già esistente, andando anche in questo caso ad interessare parzialmente la fascia contigua al fiume Orcia, paesaggisticamente vincolata. La realizzazione di questa viabilità aveva anche comportato la costruzione di un terrapieno su un corso d’acqua minore, modificandone pertanto il regolare deflusso.
Tutta l’area oggetto del provvedimento di sequestro, risultava inoltre delimitata da una recinzione il cui tracciato non rispettava quello autorizzato, avendo anche invaso terreni ricadenti nel Demanio dello Stato.
L’aspetto più interessante riguarda comunque l’ipotesi che, durante i lavori di escavazione per la realizzazione del lago, sia stato prelevato materiale ghiaioso in quantità superiore a quella dei progetti. Gli agenti accertatori ritengono che l’allargamento della superficie di scavo e le stesse modalità esecutive siano state finalizzate a massimizzare la quantità di ghiaia, di significativo valore economico, essendo impiegabili in processi industriali.
Il cantiere si trova su ecosistemi ripariali, tra quelli che godono di un miglior stato di conservazione nelle nostre zone e, contemporaneamente, sono tra i più vulnerabili.
Gli interventi, inoltre sono stati effettuati in una tra le aree di maggiore pregio naturalistico ambientale dell’intera Provincia di Siena qual è la Valdorcia, patrimonio dell'Unesco.